La sensazione è che si stia sottovalutando la vertenza della Raffineria. E a comprenderlo non sono solo i sindacati ma anche gli stessi lavoratori che, dopo aver protestato la scorsa settimana davanti al Comune di Milazzo, hanno deciso di dare mandato a coloro che li rappresentano di dichiarare lo stato di agitazione permanente per l'inapplicabilità del “Piano regionale di qualità dell'aria” con il conseguente rischio di chiusura degli impianti.
Una situazione che preoccupa perché sino ad ora gli appelli lanciati alla Regione, anche dalle istituzioni locali, sono rimasti inascoltati. Da qui l'inizio di una mobilitazione che - affermano le maestranze - avrà ripercussioni anche sulla prossima campagna elettorale in programma nella città del Capo qualora il governo Musumeci dovesse persistere in tale atteggiamento omissivo.
Il nodo, tuttavia, non riguarda solo Milazzo ma tutte le realtà industriali siciliane in quanto - affermano i segretari di Cgil-Cisl e Uil del settore chimico - il Piano regionale di tutela della qualità dell'aria approvato dalla Giunta della Regione Siciliana nel luglio del 2018 ha modificato i valori per le emissioni per gli impianti industriali che operano nell'isola.
L'articolo completo sulla Gazzetta del Sud in edicola, edizione di Messina
Scopri di più nell’edizione digitale
Per leggere tutto acquista il quotidiano o scarica la versione digitale.
Caricamento commenti
Commenta la notizia