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Imprese allo stremo, Anpit Sicilia: "Meno burocrazia e più servizi"

Si è svolto con modalità telematica il Congresso Isole dell’Associazione nazionale industria e terziario. “La sfida dell’Anpit è sostenere le imprese per traghettare dal vecchio al nuovo”.

La Sicilia è stata doppiamente penalizzata dall’emergenza Covid 19. Le conseguenze del lockdown, infatti, gravano su migliaia di aziende in ginocchio e su un tessuto economico sfilacciato, già reso fragile da un lungo periodo di crisi. Ma proprio questa situazione impone a tutti noi una sfida epocale. Non si tratta semplicemente di ripartire, ma di rifondare il sistema, scardinando anche quei meccanismi perversi che, ad esempio, hanno fatto esplodere in Sicilia il “caso” della cassa integrazione in deroga. Come Anpit abbiamo un dovere sociale nei confronti delle imprese. Non basta ascoltarle e dare servizi, come fatto finora. Oggi dobbiamo “andare oltre”, essere da stimolo per traghettare dal vecchio al nuovo. Dobbiamo essere in grado di portare la voce delle imprese a tutti i livelli istituzionali con una priorità: semplificazione, de-burocratizzazione”. E’ stata la presidente di Anpit Sicilia, Lidia Dimasi, ad aprire i lavori del Congresso Isole dell’Associazione nazionale per l’industria e il terziario.

Il Congresso si è tenuto con modalità telematica a causa dell’emergenza sanitaria ed ha visto la partecipazione dei delegati e delle aziende associate di Sicilia e Sardegna. Prima del dibattito la presidente Dimasi ha tracciato un quadro della situazione attuale in Sicilia, anche alla luce della Finanziaria regionale e delle misure prese dal Governo nazionale per le PMI. Misure che, ha evidenziato Dimasi, si sono rivelate spesso inefficaci, demagogiche e confusionarie.

Gli imprenditori sono stati lasciati totalmente soli e per di più alle prese con un labirinto di circolari ed ostacoli. Il sistema farraginoso per la cassa integrazione è diventato in Sicilia un vero e proprio scandalo. Migliaia di lavoratori sono in attesa di una cassa integrazione che non sappiamo quando riusciranno ad avere. Per non parlare poi del comparto turismo, che rappresenta il 15% del Pil siciliano ed è allo stremo”.

Nelle prossime settimane Anpit Sicilia avvierà interlocuzioni con le istituzioni, sia a livello locale che regionale, proprio per affrontare le criticità dei singoli comparti. Dopo il dibattito è stato il presidente nazionale Anpit, Federico Iadicicco a trarre le conclusioni, sottolineando il grande impegno che l’associazione ha profuso in questi mesi di lockdown al fianco delle imprese attraverso il potenziamento dei servizi di consulenza.

“Abbiamo portato all’attenzione del governo nazionale e del Comitato tecnico le nostre proposte per le imprese, l’industria, il terziario. Abbiamo portato al Senato un articolato dossier sullo stato di salute reale del tessuto imprenditoriale. C’è ancora tantissimo da fare, dobbiamo fare rete nei rapporti con le istituzioni a tutti i livelli”.

Iadicicco ha annunciato l’avvio di un’intesa con l’Università Lumsa di Roma per l’Osservatorio sulle piccole e medie imprese, nonché la nascita di un Centro studi per le tematiche del lavoro e dell’impresa.
Il vice presidente Anpit, Sicilia Attilio Parisi si è soffermato sull’importanza degli accordi territoriali: “Dobbiamo essere in grado di ascoltare le istanze del territorio e portarle nelle sedi competenti per dare risposte immediate e capillari. In Sicilia il comparto della recettività e dell’incoming è fondamentale e le nostre aziende necessitano oggi più che mai di massima attenzione”.

Sull’importanza di fare rete per fronteggiare una crisi economica devastante è intervenuto anche il vice presidente Anpit Sicilia Giovanni Greco: “Le aziende siciliane si apprestano ad una ripartenza in condizioni di estrema incertezza e precarietà. L’eccessiva burocratizzazione sta causando più danni del virus e proprio per questo è importante fare rete a livello territoriale. Nessuno deve essere lasciato solo come purtroppo finora è accaduto”. Ad ottobre si terrà il Congresso nazionale, dopo le fasi congressuali a livello regionale.

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