Dieci strutture ricettive in vendita a Taormina: si va da un piccolo b&b quotato 560.000 euro, in pieno centro, all’albergo in corso Umberto, per il quale la richiesta è di 5,8 milioni di euro. Lo scrive oggi il Giornale di Sicilia. In totale si calcola che a Taormina ci siano 180 imprese turistiche con un patrimonio immobiliare di 60 milioni di euro. Aziende che l'anno scorso hanno registrato un record storico con 1 milione e 150 mila pernottamenti e l'inizio dell'anno aveva fatto registrare un ulteriore incremento di circa il 20% pur se in bassa stagione. Ma l'emergenza coronavirus ha scompaginato tutto. E forse complice la crisi che si è innescata alcuni imprenditori hanno deciso di vendere le strutture. Su di esse ci sarebbero gli interessi di società straniere, in scia con quanto avvenuto negli ultimi anni. Si tratterebbe di società con sede in Spagna, Francia, Gran Bretagna, Usa e Oriente La circostanza è confermata al Giornale di Sicilia dal sindaco di Taormina, Mario Bolognari: "Sono state avviate mesi fa trattative per l’acquisizione di due alberghi a 4 stelle da parte di società internazionali, poi hanno subito un rallentamento a causa dell’emergenza sanitaria. Non si tratta di operazioni speculative o meramente immobiliari, almeno in questo caso, perché il progetto prevede l’adeguamento delle strutture per ottenere le 5 stelle». Intanto, la Perla dello Jonio prova a riaprire gradualmente: personale ridotto al momento, ma sforzi per provare ad attirare turisti. Tra fine giugno e i primi di luglio saranno pronti ad accogliere gli ospiti 8 alberghi a 5 stelle lusso, 2 a 5 stelle, 30 a 4 stelle, 24 a 3 stelle, 7 a 2 stelle e 5 a una stella. Intanto, sono già operativi 116 tra B&B e case vacanza. Poi sarà la volta di Timeo e Sea Palace, mentre il San Domenico Palace, dopo 2 anni di lavori, potrebbe far slittare la riapertura al prossimo anno. La crisi significa anche difficoltà nel lavoro: circa il 75% dei lavoratori stagionali potrebbe rimanere a casa. Ma non sono soltanto gli alberghi in crisi. Anche bar e ristoranti stanno soffrendo e in pochi hanno riaperto e con una clientela limitata. Sono circa 60 le attività a Taormina e molti chiedono di poter allargare il suolo pubblico in concessione per sopperire alle limitazioni negli interni. E il Comune vedrà limitare le proprie entrate a causa della riduzione della tassa di soggiorno che si paga per ogni turista.