Messina è fanalino di coda in Italia per l’erogazione dei prestiti fino a 25 mila euro previsti dal decreto “liquidità”. I dati sono ancora parziali, ma le banche della città dello Stretto fanno registrare pessime performance sulle percentuali di evasione delle domande presentate da piccole e medie imprese, lavoratori autonomi e partite iva in affanno economico a causa della pandemia. Un primo report lo aveva diffuso, lo scorso 12 maggio, Mediocredito Centrale, l’istituto bancario costola di Invitalia in una relazione in cui si evidenziava che tra le istanze registrate negli istituti di credito della provincia di Messina, circa 600 richiedenti avevano ottenuto il prestito e rappresentano solo 1,7% della platea potenziale di beneficiari. Nelle sedi cittadine dei quattro principali istituti bancari italiani, invece, le istanze per accedere al finanziamento, in totale, hanno superato quota 2000, di queste meno del 13% sono state evase positivamente e si sono trasformate in moneta per le aziende cittadine, per un totale di circa 285 imprenditori, artigiani e professionisti messinesi beneficiari del finanziamento garantito al 100% dallo Stato. L’importo del finanziamento è stato variabile ed è sostanzialmente dipeso dal fatturato dell’azienda, le banche, infatti, possono erogare solo il 25% del fatturato dichiarato dall’impresa nell’anno precedente, fino a un massimo di 25 mila euro. Tempi biblici Chi diceva che l’erogazione delle somme sarebbe stata facile e veloce (si è annunciato di prestiti erogabili in 24 ore) non aveva fatto bene i conti, soprattutto con la “legge” degli istituti di credito. Basti pensare che di giorni, dal via libera alla presentazione delle istanze, ne sono passati quaranta e le quattro principali banche italiane, inondate da un “diluvio” di pratiche, in città, hanno soddisfatto circa un richiedente su dieci. Questo è principalmente dovuto al fatto che, oltre, alla compilazione della modulistica scaricabile dal sito www.fondidigaranzia.it, ogni istituto di credito ha autonomamente e parallelamente ha avviato un’ulteriore istruttoria interna, spesso anche “informale”, che ha reso più complesso l’iter di ottenimento del finanziamento. Più veloce risulta invece l’erogazione delle somme rivolgendosi ai piccoli istituti di credito a carattere cooperativo, probabilmente anche perché il volume di richieste è assai inferiore. Domande respinte Non è ancora, invece, possibile stimare il numero di domande respinte, ma in molti casi imprenditori, professionisti e autonomi si sono visti negare il prestito senza neanche sapere perché. Ed è per questo che, a livello nazionale, dopo numerose lamentele, è stato stabilito che il “cliente” può pretendere che l’istituto di credito fornisca per iscritto una motivazione al diniego. Motivazione a cui, però, provvede non la sede locale della banca, ma quella centrale, diluendo ancora di più i tempi, per un’eventuale ripresentazione dell’istanza. Motivazioni del diniego Le motivazioni del “no” all’erogazione del prestito possono avere diversa natura. A presentare le istanze, talvolta, sono state anche compagnie assicurative e intermediari finanziari, le cui categorie, invece, non possono godere dei benefici stabiliti dal decreto. Vedrà respingere la propria domanda anche chi aveva crediti deteriorati alla data del 17 marzo 2020 o protesti e, quindi, una sofferenza conclamata, ma anche chi era in contenzioso con la banca. C’è poi chi ha provato a richiedere il finanziamento pur avendo l’impresa inattiva. Il “giallo” polizze E se, in molti casi, ad ottenere in maniera più celere il prestito è soprattutto il cliente che ha un rapporto “migliore” con l’istituto bancario, non sono stati pochi i richiedenti a cui, nel fitto “dialogo” per portare avanti la pratica per l’erogazione del credito, è stata “caldeggiata” la sottoscrizione di una polizza. Si tratta di un’abitudine abbastanza diffusa nella concessione di mutui (ovviamente legata a bonus e performance aziendali) che, però, stride, e non poco, in tempo di crisi, tra emergenza sanitaria e aziende in ginocchio. Le procedure Lo strumento, introdotto dal decreto “Liquidità e rifinanziato” nel decreto Rilancio consente a piccole e medie imprese, artigiani e professionisti di ottenere prestiti garantiti al 100% dallo Stato fino a 25mila euro con un piano di ammortamento a due anni (pagamento dei soli interessi) e restituzione totale in 6 anni. Per usufruire del prestito è necessario compilare la modulistica scaricabile dal sito www.fondidigaranzia.it. Il modello, compilato, può essere inviato alla banca tramite mail, allegando alla richiesta un documento di riconoscimento valido. Per presentare la domanda è necessario inserire i dati dell’impresa o del soggetto richiedente, certificando l’assenza di provvedimenti giudiziari in corso. È necessario specificare l’ottenimento di altri contributi statali e indicare i ricavi dell’ultimo esercizio contabile, così come il codice Ateco. Inoltre dichiarare i danni economici riportati a causa del coronavirus, ma anche spiegare come si intende impiegare le somme. Dalla Cassa Edile un grande aiuto La Cassa Edile di Messina, ente paritetico di categoria costituito dai Costruttori edili (Ance Messina) e dai Lavoratori del settore (rappresentati dalle organizzazioni sindacali di categoria Feneal Uil Messina, Filca Cisl Messina, Fillea Cgil Messina), si dimostra in prima linea per affrontare la crisi del settore delle costruzioni sul territorio messinese. La crisi già avvertita nel 2019, con l’occupazione tra lavoratori edili calata al 30% rispetto a quella della prima decade degli anni 2000, ha subito un crollo per il blocco delle attività imposto dalla normativa di contrasto alla pandemia da Covid-19. «In questo particolare momento di difficoltà, quindi – comunicano il presidente Maurizio Maiorana e il vice presidente Giuseppe Famiano – per consentire la ripartenza delle attività del comparto senza pesare sugli operatori, la Cassa Edile la ha già anticipato ad aprile 2020 la metà della quattordicesima mensilità prevista per luglio 2020 e, in completa autonomia, ha deliberato di fornire gratuitamente a domicilio, alle aziende operanti da gennaio a marzo di quest'anno in provincia, una dotazione di emergenza Covid-19, costituita da un termoscanner ogni 30 dipendenti, un kit di 7 mascherine Ffp2, 10 paia di guanti in nitrile, 3 flaconcini di igienizzante da 75 ml per singolo dipendente dichiarato». La consegna del material è prevista tra la fine del mese di maggio e la metà del mese di giugno.«Restano naturalmente confermate – spiegano Maiorana e Famiano –le prestazioni e le assistenze mensili che continuano ad essere erogate secondo i contratti di lavoro esistenti anche in periodi come questo, non si escludono ulteriori azioni di supporto al settore».