È il Primo Maggio delle piazze vuote. Ma la mobilitazione delle coscienze e la lotta a tutela dei diritti fondamentali non si fermano. «Oggi non saremo in piazza come ogni anno per celebrare la Festa dei lavoratori - afferma il segretario generale della Cgil Giovanni Mastroeni - ma riaffermiamo la battaglia per il lavoro, i diritti e la dignità dei lavoratori. Purtroppo anche quest'anno “festeggiamo” il lavoro che non c'è. Un livello di disoccupazione altissimo, settori importanti dell'economia in ginocchio e gli effetti della pandemia che peggioreranno in modo grave la già difficile situazione. L'auspicio è quello che la fase 2 al netto di una serie di aspetti che vanno meglio precisati, riesca a dare risposte alle tante criticità.
La cabina di regia avviata dalla Prefettura di Messina deve nelle prossime giornate affrontare la difficile situazione. Bisogna sbloccare con la gradualità delle ripartenze dal 4 maggio il settore dell'edilizia, volano importante dello sviluppo del nostro territorio; una politica di interventi nel settore del turismo, nel comparto del commercio e dell'artigianato. La Cgil - conclude il segretario - esprime grande solidarietà e vicinanza a tutti i lavoratori che sono stati in prima linea in questa emergenza sanitaria ricordando le tante vittime».
E anche la Uil riafferma l'importanza di esserci seppure in una piazza virtuale. «Ripartire in assoluta sicurezza con la forza dirompente del lavoro e con il fondamentale valore aggiunto rappresentato dai lavoratori - dichiara il segretario provinciale Ivan Tripodi -, in questa simbolica frase si può riassumere la forte attualità del Primo Maggio di questo disgraziato 2020, anno orribile che sarà drammaticamente ricordato per le migliaia di vittime causate da una pandemia tanto assurda quanto micidiale e per gli altrettanti innocenti “vittime” collaterali del Covid-19.
A Messina - prosegue Tripodi - la situazione è tragica: la crisi e la disoccupazione, il lavoro nero e la mancanza di basilari e credibili progetti di sviluppo futuro rappresentavano, già ben prima dell'esplosione dell'emergenza sanitaria, la cruda realtà. Disperazione e paura sono i sentimenti che serpeggiano tra le migliaia di lavoratori della provincia di Messina, appartenenti a tutti i settori, che solo nel migliore dei casi potranno usufruire del beneficio della cassa integrazione e che rischiano di non avere un futuro occupazionale. La Uil ha deciso di dedicare il Primo Maggio al ricordo e alla memoria del povero ex lavoratore marittimo di Salina che, qualche giorno fa, in preda alla disperazione per la mancanza di prospettive ha deciso di togliersi la vita gettandosi a mare nel porto di Milazzo».
In campo anche il Movimento cristiano lavoratori. «Oggi più di ieri ha senso celebrare il lavoro, perché è proprio dal lavoro che occorre ripartire. Tutti insieme», è questo l'appello del presidente provinciale del Mcl, Fortunato Romano. «Messina e la sua fragilissima economia - insiste Romano - fatta di piccole imprese e commercianti resilienti rischiano di essere travolti dal “post Covid”. Ci attende una sfida epocale che possiamo superare solo se uniti, mettendo in campo misure che creino lavoro sicuro e dignitoso e favoriscano l'investimento. Questo è l momento della collaborazione e del buon senso con una visione generale. Ecco che il Mcl - conclude Romano - si rivolge alle forze sociali di Messina, all'imprenditoria e al mondo accademico, chiedendo un atto di disponibilità a pensare insieme il futuro di Messina e ad agire per mettere in campo una complessa opera di rilancio. A tutti chiediamo di rendersi disponibili per costituire una task-force per Messina e per la sua rinascita».
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