Respira la Città Metropolitana di Messina, che con la recente approvazione dei documenti finanziari, il Consuntivo 2019 e il Pluriennale 2020/2022 (Previsionale atteso addirittura da cinque anni), ritrova non solo uno straccio di quadratura finanziaria in un Ente a lungo sull'orlo del dissesto, ma soprattutto può sbloccare progetti fermi dentro i cassetti nonostante le risorse assegnate. Il peggio non è ancora alle spalle, perché la lunga mannaia del prelievo forzo ha inciso pesantemente sulle dinamiche operative di Palazzo dei Leoni, probabilmente più di una riforma monca che ha cambiato nome agli enti intermedi ma senza attribuire loro un vero e proprio pacchetto rinnovato di competenze dirette e senza filtro su ampio bacino che si trova in mezzo tra Regioni e Comuni.
Questioni che, proprio in una fase emergenziale come questa, potrebbero trovare terreno fertile per rilanciare le ambizioni e sgravare altri soggetti istituzionali di compiti e responsabilità, trasferibili magari a quegli uffici che, chiamati in causa, hanno dimostrato di possedere adeguata capacità operativa. E da ora al prossimo mese di luglio, saranno appaltati oltre 60 milioni di euro di lavori per infrastrutture strategiche, ricadenti in tutti i comuni della provincia, di cui 9 milioni per la sola città capoluogo di Messina. Entro il mese di settembre saranno pronti oltre 85 milioni di euro di progetti cantierabili per altrettante infrastrutture strategiche ricadenti in tutti i comuni della provincia, di cui 6 milioni per la città di Messina da appaltare entro il prossimo mese di dicembre.
L'articolo completo sulla Gazzetta del Sud, edizione di Messina
Scopri di più nell’edizione digitale
Per leggere tutto acquista il quotidiano o scarica la versione digitale.
Caricamento commenti
Commenta la notizia