La Sicilia vive l'anticamera del picco, la temuta impennata dei contagi prevista a metà aprile, senza particolari sbandamenti.E se sul fronte sanitario si stanno alzando le barricate per fronteggiare la ventilata ondata del virus, sul versante economico «due settimane di inattività - osserva il governatore Musumeci - hanno messo in sofferenza una società che vive di precariato». Ma oltre ai siciliani che precipitano nei bisogni primari ci sono le imprese che soffrono e c'è una rete commerciale paralizzata, in ginocchio, con ricadute devastanti sull'occupazione. Come, per esempio, il settore del florovivaismo.
Solo in provincia di Messina, dove il settore rappresenta una riconosciuta eccellenza produttiva, ci sono 700 aziende sull'orlo del baratro: «Non possiamo far finta di nulla - sottolinea il deputato regionale del Pd, Franco De Domenico, che sprona il governo regionale a intervenire -. Il florovivaismo costituisce uno dei settori che contribuiscono in modo significativo al Pil della nostra regione. Il 20 per cento della produzione appartiene a Messina e vale, a prezzi di produzione, oltre 35 milioni di euro. Il distretto produttivo più vasto della Regione è allocato prevalentemente tra Milazzo e Oliveri; tantissimi imprenditori, per oltre 700 aziende, hanno investito il loro futuro nel florovivaismo e tanti padri di famiglia ci lavorano e portano a casa un salario, con un indotto commerciale e di servizi non meno importante».
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