Cinema e negozi cinesi vuoti, supermercati pieni. È questo il principale effetto sul commercio a Messina determinato dall'approdo del Sars-Cov-2 in Italia e dalla diffusione, ormai sempre più crescente, anche nei luoghi lontani dai comuni focolaio, della paura del contagio. Due dei più grandi e frequentati ristoranti cinesi della zona sud hanno chiuso i battenti, uno riaprirà tra tre mesi, l'altro in data da destinarsi.
Per quanto riguarda la ristorazione locale, «le attività più decentrate o comunque più isolate rispetto alle zone della movida non sembrano aver risentito del panico da Coronavirus - spiega il presidente di Confesercenti Alberto Palella - mentre nei locali e nei ristoranti vicini al centro storico è stato registrato un calo dei clienti».
Va molto peggio ai negozi cinesi dove la percentuale di clientela, negli ultimi tre giorni, si è ridotta drasticamente e i titolari, che spesso abbassavano le saracinesche anche intorno alle 21, hanno iniziato ad anticipare, e di molto, l'orario di chiusura. «Non c'è niente da fare la gente ha paura - spiega una giovane messinese che fa la commessa in uno dei tanti negozi cinesi che affollano la zona centro-sud della città. Oggi, ad esempio, non ci sono mai state più di 15 persone assieme».
Anche i cinema e i centri commerciali sembrano aver accusato il colpo e, durante quest'ultimo weekend, hanno fatto registrare un calo delle presenze, anche se non è certo sia attribuibile alla paura da Coronavirus: «Il calo c'è stato - spiega Umberto Parlagreco, proprietario del cinema “Iris” di Ganzirri - ma non siamo sicuri che sia stato determinato dalla paura di essere contagiati: le uscite erano poche ed era il weekend di Carnevale, se c'è stata una psicosi sicuramente ha inciso di più nella giornata di domenica, perché venerdì e sabato ancora in città non si avvertiva tutto questo timore».
Fine settimana nero anche per i parchi giochi al coperto per bambini, alcuni dei quali, nella domenica del Carnevale, hanno addirittura dimezzato gli ingressi rispetto al solito. Diverse, poi, le cancellazioni nei tanti B&B cittadini, soprattutto di chi soggiornava in città per motivi di lavoro: il blocco o comunque la disincentivazione delle trasferte da parte di società e aziende ha, infatti, determinato la disdetta di numerose prenotazioni. In compenso i supermercati cittadini sono stati presi d'assalto per rifornire le dispense di casa in modo più che abbondante di generi di prima necessità come latte, pasta e acqua, ma anche di prodotti a lunga conservazione come legumi.
È ovvio che siamo ben lontani dagli scaffali vuoti che da qualche giorno caratterizzano i market della Lombardia, ma è stato evidente, soprattutto nella giornata, un incremento degli acquisti nei supermercati. Così come nei negozi di igiene, dove alcool etilico, amuchina e disinfettanti sono andati letteralmente a ruba.
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