Sono 9.156 le domande accolte. Poco meno di diecimila messinesi dovrebbero essere chiamati a svolgere attività di pubblica utilità collegate alla concessione del Reddito di cittadinanza da parte del Governo nazionale. Il dato è ben noto e il nostro giornale si è più volte occupato dell'argomento.
La fame di lavoro che dilaga in riva allo Stretto può essere alleviata con tali misure? È l'interrogativo che si è posti in tutto il Paese, in particolare nelle regioni meridionali dove le indispensabili misure di assistenza e di sostegno alle fasce più deboli non possono, però supplire all'assoluta mancanza di investimenti produttivi.
In ogni caso, si è entrati ufficialmente, come sottolinea la senatrice del movimento 5Stelle Grazia D'Angelo, nella fase 2 del “Rdc”, il Reddito fortemente voluto da Luigi Di Maio e dai pentastellati. «Sono migliaia i cittadini messinesi - ricorda la senatrice - chiamati a svolgere lavori utili alla collettività, in base a quanto previsto dal Patto per il lavoro e per l'inclusione sociale: un obbligo di legge, sancito da un decreto ministeriale, che può rappresentare una risorsa fondamentale per tantissimi Comuni della provincia, a partire dalla città di Messina, dove le domande accolte sono state finora 9.156».
Grazia D'Angelo sprona le amministrazioni locali ad attivare dei progetti per l'impiego degli aventi diritto in servizi socialmente utili, fra i quali rientrano le prestazioni svolte in favore di persone anziane, di bambini e extracomunitari o le attività finalizzate alla tutela del patrimonio pubblico o ambientale.
«Per poter continuare a percepire il Reddito di cittadinanza - insiste l'esponente M5S -, in attesa di un effettivo inserimento nel mondo del lavoro, i beneficiari del sussidio sono tenuti a svolgere dei lavori di pubblica utilità, fino a un massimo di 16 ore a settimana e in coerenza con il loro profilo professionale, offrendo la propria disponibilità per la partecipazione a progetti utili alla collettività, in ambito culturale, sociale, artistico, ambientale, formativo e di tutela dei beni comuni. L'organizzazione dei "progetti utili alla comunità" spetta ai singoli Comuni, che possono avvalersi della collaborazione di enti del terzo settore o di altri enti pubblici. Per attivare la pratica è necessario solo predisporre le procedure amministrative, iscrivendosi innanzitutto all'apposito portale sul sito del Ministero». La partecipazione ai progetti promossi dalle Amministrazioni resta facoltativa per i beneficiari non tenuti agli obblighi connessi al sussidio (persone che già lavorano, studenti, over 65)».
E se la senatrice fornisce un assist alle Amministrazioni del capoluogo e degli altri Comuni della Città metropolitana, i consiglieri 5Stelle Cristina Cannistrà e Andrea Argento, intervenuti durante la seduta della competente commissione, indicano un esempio «concreto e tangibile, quello del Regolamento delle guardie ambientali, già presentato due volte in Aula e poi ritirato dalla stessa Giunta prima ad aprile e in seguito a settembre.
La delibera è stata quindi sottoposta nuovamente al Consiglio qualche giorno fa (senza tuttavia alcun confronto preliminare con il civico consesso), con qualche piccolo accorgimento ma gli stessi sostanziali problemi di fondo. Fra le varie criticità della bozza, c'è soprattutto l'esclusione dei percettori del “Rdc”. Un “paletto” incomprensibile, dato che i requisiti per svolgere il servizio di guardie ambientali sono perfettamente coerenti con quelli previsti per i Puc», concludono Cannistrà e Argento, annunciando la presentazione di uno specifico emendamento.
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