Messina

Sabato 23 Novembre 2024

Messina, 22 appalti e 38 milioni ancora bloccati

In provincia di Messina ci sono 22 opere appaltate per 37.837.204,78 euro che, in questo momento, sono ferme. Ci sono progetti esecutivi di opere già finanziate per la messa in sicurezza degli edifici scolastici per un importo di 110 milioni. Ci sono 20 progetti esecutivi già finanziati da 33 milioni di euro per il dissesto idrogeologico. Sono le cifre dell’ennesimo Report che i sindacati sottopongono all’attenzione delle forze politiche, degli amministratori e dell’opinione pubblica, nel disperato tentativo di smuovere la palude dell’edilizia e, più in generale, dell’economia messinese. «Solo l’avvio delle opere pubbliche bloccate dalla burocrazia può cambiare il volto del nostro territorio e dare, attraverso l’utilizzo della manodopera locale, concrete risposte occupazionali per rivitalizzare un settore in piena crisi», a evidenziarlo, per l’ennesima volta, è sono i segretari generali della Cisl e della Filca Tonino Genovese e Giuseppe Famiano, i quali lanciano un appello perché si sottoscriva un Patto sociale con tutti gli Enti appaltanti per sbloccare tutte le opere pubbliche possibili. La fretta - riporta la Gazzetta del Sud in edicola - è giustificata, «visto l’approssimarsi della scadenza, cioè il 2021, perché le risorse destinate ai progetti che sono stati rimodulati per il Patto per Messina e Patto per il Sud, di circa 800 milioni di euro, non sfumino nel nulla». Dall’analisi effettuata dalla Filca nel semestre che decorre dal mese di ottobre 2018 al marzo 2019, si evidenzia come la ripresa del settore sia ancora molto lontana. I dati rilevano un decremento di 4501 lavoratori, di 943 imprese e circa 20 milioni di euro in meno di monte salari. Negli ultimi 10 anni il settore delle costruzioni (edilizia-legno-lapidei-laterizi) ha perso oltre 15 mila posti di lavoro. E da Palermo tuona anche il presidente della Regione Nello Musumeci che chiede al Governo nazionale un “Piano per il Sud e per la Sicilia”, fatto di concreti investimenti e infrastrutture per colmare quel divario con il resto del Paese che si va facendo sempre più drammatico, come attestano i dati Svimez.

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