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Da Roma doccia fredda sul Palagiustizia di Messina, raddoppiati tempi e costi per realizzarlo

L'area in cui dovrebbe sorgere il secondo Palagiustizia

Cambiano le carte in tavola, nella ormai trentennale partita sul Palagiustizia bis di Messina. E' quanto sembra emergere dall'incontro che si è tenuto stamattina nella Sala Livatino del ministero della Giustizia, e che ha visto attorno a un tavolo il sottosegretario alla Giustizia Jacopo Morrone, il sottosegretario alla Difesa Angelo Tofalo, il sindaco di Messina Cateno De Luca, il vicesindaco Salvatore Mondello, il procuratore della Repubblica Vincenzo Barbaro, il presidente della Corte d’Appello di Messina Michele Galluccio, il prefetto di Messina Maria Carmela Librizzi, il direttore dell’agenzia del Demanio Massimo Gambardella, il presidente dell’Ordine degli avvocati di Messina Domenico Santoro, il presidente dell'AIGA Alberto Vermiglio e alcuni rappresentanti della deputazione messinese.

Due le novità venute fuori, con non poca sorpresa (e anche irritazione) dell'Amministrazione comunale e di alcuni deputati: ci vorrebbero 10 anni (e non i 5 inizialmente preventivati) per realizzare i lavori previsti dal protocollo d'intesa siglato nel 2017 dai ministeri interessati, il Demanio e il Comune (Palagiustizia in un'ala dell'ex ospedale militare, dipartimento di medicina legale trasferito a Gazzi); e ci vorrebbero 40 milioni invece dei 17 che costituiscono il finanziamento ottenuto da Messina circa 30 anni fa e piu volte in "bilico".

Si rimette tutto in gioco? Da par suo il sindaco ha dichiarato di ritirare la sua proposta di realizzare il palagiustizia bis nel cosiddetto "fosso" di via La Farina.

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