Si chiama baratto amministrativo e funziona così: posto che il cittadino “X”, in difficoltà economiche dimostrabili, deve pagare delle tasse al Comune, proprio in virtù di quelle difficoltà ha la possibilità di estinguere il proprio debito in un altro modo; non con pagamento in denaro, ma svolgendo dei lavori pubblici per conto del Comune. Giusto per fare qualche esempio, abbellendo delle aiuole o ripitturando i muri di un palazzo pubblico. Tutto questo sarà possibile a stretto giro di posta. La Giunta De Luca, infatti, ha approvato lunedì sera la delibera con tanto di regolamento del baratto amministrativo, appunto. «Il Comune di Messina – si legge – a fronte di situazioni di conclamato disagio economico e sociale, può sostituire l’adempimento dell’obbligazione tributaria da parte del contribuente con l’esecuzione di una prestazione lavorativa rappresentata da lavori di utilità collettiva che, comunque, non instaurano un rapporto lavorativo ma consentono al contribuente di partecipare e concorrere alla spesa pubblica dell’ente locale». I tributi che si possono “pagare” in questo modo alternativo sono quelli comunali, Imu e Tari, ma anche le tariffe per servizi a domanda individuale come mense scolastiche, asili nido e servizi sociali. Leggi la versione integrale dell’articolo su Gazzetta del Sud – edizione Messina in edicola oggi.