La Città Metropolitana risponde “picche” al Comune sulla proposta di transazione inserita nel Piano di Riequilibrio pluriennale, la cui rimodulazione è stata accordata lo scorso 20 novembre dal consiglio comunale.
Palazzo dei leoni ha risposto negativamente al taglio del 50% del credito vantato, in “cambio” dell’ottenimento del pagamento delle rimanenti metà in due rate di pari importo da liquidare negli esercizi 2019 e 2020. La cifra complessiva è di 2 milioni e 199 mila euro relativi a tre sentenze (2013 e 2018 della Corte d’Appello, 2011 del Tribunale di Messina). Incassare meno ma prima la formula sottoposta, ma l’ex Provincia ha detto no.
L’atto è della dirigente della Prima direzione “Affari generali, legali e del personale”, la firma del commissario straordinario facente funzioni del Consiglio provinciale, Filippo Ribaudo, ma di fatto si tratta di un “paradosso istituzionale” se si pensa che dal lato comunale la proposta ha nel sindaco Cateno De Luca il “regista”, che è anche il massimo organo politico dell’ente di secondo livello, nelle funzioni di sindaco metropolitano. E che per questo, giustamente, è stato esentato per “incompatibilità”.
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