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Messina e la falsa partenza dello shuttle, De Luca: «Lo faremo scortare dai vigili urbani»

«Il nuovo piano di mobilità urbana funzionerà soltanto se ognuno farà la propria parte», ha tuonato ieri su Facebook Cateno De Luca. Che è un modo per dire: se qualcosa non ha funzionato, gran parte della colpa è dei cittadini indisciplinati. Che è un po’ la tesi sostenuta nel giorno del gran debutto anche dai vertici dell’Atm. Diciamocelo, non ha funzionato più di qualcosa, sabato. E se è vero che il tasso di indisciplina di tanti cittadini è spesso alto, ai limiti dell’insopportabile, con un utilizzo della doppia e tripla cifra che a volta tocca picchi di fantasia inimmaginabili, è vero anche che appare miope spostare il mirino solo su questo aspetto.

La falsa partenza di sabato dello shuttle preoccupa e non poco per più di un motivo, il principale dei quali è proprio che è avvenuto di sabato. In un giorno, cioè, in cui scuole e uffici sono per la gran parte chiusi. E gli orari di punta in cui si sono verificati i ritardi maggiori sono nulla rispetto agli orari di punta di un giorno feriale. Facendo due calcoli, un ritardo di 35 minuti (il picco massimo) significa che la tabella di marcia è stata quasi doppiata. E significa che tra uno shuttle e l’altro c’è stata quasi un’ora di attesa.

I punti più critici, Minissale e via Garibaldi, lo sono molto di più nei giorni feriali. E se da una parte è auspicabile che ci sia una vera tolleranza zero nei confronti degli indisciplinati, dall’altra è impensabile eliminare il traffico che esiste a prescindere dalle doppie cifre, specie in assenza dell’unico tipo di corsia preferenziale che può definirsi tale, cioè quella protetta. Quella che piace così poco ai commercianti, per dirne una.

Un articolo sulla Gazzetta del Sud oggi in edicola.

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