
Un pubblico numerosissimo a Taormina, per Taobuk, aspettava Nicola Gratteri, a piazza IX aprile, per ascoltare la parola cristallina del magistrato, Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Napoli.
Tema di punta, nella conversazione con Elvira Terranova, “La giustizia tra riforme e sfide globali”, tema sul quale il pensiero di Gratteri è chiaro. Al ministro Nordio che a Taormina ha affermato che ci sono tempi definiti per la riforma della giustizia e che la separazione delle carriere non è assolutamente punitiva nei confronti della magistratura, Gratteri controbatte: «La riforma la vuole la politica, non la Costituzione, e io non mi sono mai posto il problema se sia punitiva, altrimenti andremmo sul piano personale e quando si fanno le riforme bisogna solo discutere se la riforma serve o non serve».
E sui test psicoattitudinali ai magistrati, è d’accordo Gratteri, ma «purché si facciano anche ai politici (e giacché ci siamo anche i narcotest e gli alcoltest). E per la giornata sugli errori giudiziari, «va bene sì, ma anche la giornata sugli errori della politica».
Applaudito calorosamente, ha argomentato con chiarezza i tanti problemi di attualità posti dalla Terranova: la lentezza delle cause civili, il rallentamento della giustizia (con la riforma Cartabia), le intercettazioni («non è una questione di risparmiare i soldi del PNNR»), e, ancora, la dibattuta liberazione di Brusca: «la legge emessa dallo Stato va rispettata ma i magistrati devono essere attenti nella fase preliminare delle indagini e capire bene il profilo del collaboratore di giustizia». E poi la mafia, anzi le mafie: «Le mafie si trasformano, si mimetizzano perché hanno bisogno della collettività, e noi dall’Unità d’Italia in poi abbiamo interagito con le mafie», come racconta nel libro scritto con Antonio Nicaso, “Una cosa sola. Come le mafie si sono integrate al potere” (Mondadori).
E quindi il decreto sicurezza, criticato da Gratteri perché «sarà difficile che i colletti bianchi vadano in galera» e la delinquenza giovanile, «un problema che dura da anni per la crisi della cultura occidentale e della famiglia e per il crescente consumismo. La scuola fa quel che può, ma la burocrazia toglie tempo all’educazione». E alla domanda della Terranova: «Lei è un uomo scortatissimo. Ma chi glielo fa fare?», Gratteri: «Se sei convinto di fare la cosa giusta la fai, io sono un uomo libero e ho un pensiero libero. La libertà è poter guardare onestamente l’altro negli occhi e dire quello che pensi».
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