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Messina, l'amicizia tra filosofia e sentimento: il saggio di don Vincenzo Majuri

Per don Vincenzo Majuri, sacerdote, docente di Filosofia all’Istituto teologico San Tommaso di Messina e cultore di Dante, “l’amicizia è la chiave ermeneutica dell’esistenza, un modo di essere al mondo”. Non è la prima volta che ne scrive ma ha voluto ribadirlo con forza nel suo ultimo libro, “L’amico: il custode della tua anima”, nel quale propone una riflessione su quello che è da sempre considerato un sentimento universale, partendo dalla concettualizzazione di due filosofi: il superamento della “philia” proposto da Aristotele e la prospettiva più umanizzata dell’amor amicitiae di Tommaso d’Aquino.

Don Majuri, che ha presentato la sua ultima pubblicazione in prima assoluta alla comunità accademica del San Tommaso, si domanda se e quale peso possa avere l’amicizia nella società odierna, “informatica e telematica, connotata da fattori che possono favorire l’isolamento, ma anche arricchita da tanti strumenti tecnologici che annullano distanze e facilitano incontri”. Da qui la duplice proposta di considerare l’amico un “custos animae” nella relazione tra l’io e il tu e la stessa amicizia come il modello cui ispirarsi in tutti i rapporti interumani personali, familiari e politici. A discutere del lavoro di Majuri la docente Unime di Filosofia Giovanna Costanzo e il direttore della Facoltà teologica del San Tommaso don Gianni Russo, che analizzando i contenuti del volume ha parlato dell’evoluzione di questo importante sentimento, sempre più “virtualizzato e quantificato”, facendo riferimento alla socializzazione dei legami interpersonali. Una vera e propria trasformazione sociale e culturale se si pensa, spiega Russo, che nella classicità greca l’amicizia rappresentava la forma più alta di concordia civile e di giustizia, il fine dello stesso agire politico.

Il tentativo dell’autore è quello di incastonare questo sentimento all’interno del mondo contemporaneo considerandolo, secondo Costanzo, “una virtù, una disposizione benevola applicata nelle dimensioni quotidiane privata e pubblica”. Per la docente dunque, “dentro l’amicizia si nasconde il segreto del bene: essa è tale quando corrisponde al riconoscimento che ognuno di noi ha dell’altro in termini di reciprocità e intersoggettività”.

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