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L'artista messinese Alfonso Maria Delogu dona a una fondazione una scultura in bronzo dedicata a Benedetto Croce

La testa realizzata nel 2018, che raffigura l’illustre filosofo, è stata collocata all’interno della Casa Museo Sipari a Pescasseroli

Si intitola “Omaggio a Benedetto Croce” la scultura in bronzo realizzata dall’artista messinese Alfonso Maria Delogu, donata alla Fondazione Erminio e Zel Sipari di Pescasseroli nei giorni scorsi. La testa realizzata nel 2018, che raffigura l’illustre filosofo, è stata collocata all’interno della Casa Museo Sipari a Pescasseroli del comune aquilano, proprio nella stanza dove Croce nacque. Si tratta di un “riconoscimento all’opera filosofica e storiografica colui che, attraverso i suoi scritti, ha lasciato una traccia culturale indelebile nel pensiero del 900”, ha dichiarato Delogu, che in occasione di questa donazione ha voluto ricordare la sua intensa attività e il legame con Messina. Classe 1936, Delogu ha lasciato la città dello Stretto (è nato nelle case Incis di via Giordano Bruno) per trasferirsi nella Capitale circa mezzo secolo fa: la passione per il bello artistico inteso come armonia universale è la cifra stilistica che ha caratterizzato la sua famiglia. Uno dei fratelli Gaetano, scomparso nel 2019, è stato fra i più illustri direttori d’orchestra contemporanei mentre lui, sin da giovanissimo, ha coltivato la passione per la scultura.

“Io sono nato scultore, sono convinto che l’estro artistico è una caratteristica della persona”, dichiara, ricordando fra i suoi percorsi formativi il maestro Antonio Bonfiglio, esponente dell’arte siciliana del Novecento, al quale ha dedicato una scultura in bronzo. Il suo studio è un “cenacolo culturale” dove rivivono, attraverso gli scritti, non solo artisti ma anche letterati come Leonardo Sciascia, Giuseppe Tomasi di Lampedusa, Stefano D’Arrigo, Giacomo Debenedetti. E proprio fra i geni della scrittura moderna, lui colloca in alto Croce, definendolo il più grande scrittore di lingua italiana del ventesimo secolo”.

Tra le opere più care a Delogu c’è il saggio "Perché non possiamo non dirci cristiani", composto dal filosofo nel 1942. “Vorrei invitare tutti, ma soprattutto i giovani, alla lettura di questo scritto: in questa odierna Europa ormai laica fino all’osso, sarebbe la migliore cura delle menti, constatando come il Cristianesimo è insieme sentimento, pensiero e azione, cioè pienezza dello spirito”, ha detto.

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