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Messina, la grotta di S. Eustochia: luogo mistico e d’identità

L’iniziativa a cura dell’associazione “Antonello da Messina”. L’obiettivo è valorizzare questo prezioso sito storico

Anche quest’anno, come è ormai d’uso in occasione delle celebrazioni agostane per Santa Eustochia, l’associazione culturale “Antonello da Messina” presieduta da Milena Romeo, ha promosso la visita, con tradizionale omaggio floreale, alla “grotta” di Santa Eustochia Calafato, sita in contrada Caprera all’Annunziata, luogo simbolo, seppur non del tutto conosciuto, del nostro patrimonio religioso cittadino.
Un incontro promosso per valorizzare il sito storico legato alla nascita della Santa clarissa – che viene celebrata annualmente dai messinesi di Roma a gennaio – fortemente collegato alla “Messina di Antonello”. Alla presenza della segretaria nazionale di Roma, Maria Teresa Muscianisi, il delegato messinese dell’“Antonello”, Sergio Di Giacomo, ha messo in rilievo come l’associazione sia fortemente legata alla figura della mistica clarissa, la cui devozione è stata sempre promossa dal fondatore del sodalizio Gioacchino Toldonato, cresciuto a ridosso del monastero di Montevergine, che ha promosso la devozione a Roma insieme a Mons.Giovanni Marra.
Forte legame anche con la figura del Papa che la canonizzò a Messina nel giugno 1988, Giovanni Paolo II, cui l’“Antonello” ha dedicato diversi momenti celebrativi. «Vogliamo far riscoprire e far conoscere maggiormente questo sito storico così carico di suggestioni, rendendo omaggio nel suo luogo natio alla nostra Santa che visse negli anni in cui operò il sommo Antonello. Chiediamo pertanto all’Amministrazione una maggiore visibilità del luogo, a cominciare dalla sostituzione del cartello indicativo ormai logorato», ha rilevato Di Giacomo, che ha lanciato tra le prossime iniziative del sodalizio l’ inaugurazione della nuova sede messinese, la celebrazione romana di S. Annibale, il “Premio Antonello” e iniziative legate all’Anno Santo.
La nota storica è stata curata, come di consueto, dal giornalista e studioso Antonino Sarica, che si è soffermato in particolare sul ruolo svolto dal canonico Annibale di Francia per la valorizzazione della figura e del culto della Beata Eustochia: «Mons. Sgalambro, a lungo cappellano di Montevergine, ricordava come il canonico si deve considerare autentica guida e maestro della devozione della nostra santa. Si deve a lui la conservazione del culto nella Messina post terremoto del 1908, e l’organizzazione del pellegrinaggio del 1920 alla casa natale dell’Annunziata, cui parteciparono almeno trentamila persone, evento che permise la salvaguardia del Monastero di Montevergine e il rilancio del processo di canonizzazione».
L’omaggio floreale alla Santa e un momento di raccoglimento e di preghiera al cospetto della grotta hanno concluso l’incontro cui ha partecipato un buon numero di “antonelliani” consapevoli dell’importanza della valorizzazione di un sito di grande suggestione legato a due illustri personaggi della Messina quattrocentesca.

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