Dopo un consistente tempo di riflessione e di procedure organizzative, finalmente il Comune di Galati Mamertino ha trovato il punto d’incontro col suo poeta Nino Ferraù, nato nel 1923 e morto nel 1984, che è entrato nella storia e resterà, per l’Italia, il poeta fra i più illustri ed esaltanti del secolo, già fondatore della corrente letteraria Ascendentismo nonché fondatore e direttore delle pregevoli riviste “Selezione Poetica” e “Procellaria”, apprezzato e prolifico poeta dalla penna leggera e incisiva in cui affetti familiari, sentimento religioso, passione e natura amica e nemica, monti Nebrodi e fiumare s’intrecciano.
La famiglia Ferraù, per volere del fratello Giuseppe che si è sempre speso con incontri, salotti letterari e convegni e pubblicazioni, nell’intento di porre sotto gli occhi di tutti il messaggio lasciato dal fratello poeta, con l’approvazione del figlio Vincenzo Ferraù e di tutti i congiunti, ha assegnato in comodato d’uso al Comune di Galati Mamertino la casa paterna della famiglia Ferraù, in via San Sebastiano n. 7, dove nacque e crebbe il poeta e compose numerose liriche. Casa situata a pochi passi dalla centrale Piazza San Giacomo.
Nei giorni scorsi, con una cerimonia avvenuta in sede, si è svolta l’inaugurazione di quella che è diventata la “Casa museo del poeta Nino Ferraù”. Alla presenza dei parenti del poeta, fra cui la cugina e figlioccia prof. Cettina Parafioriti, che ha portato i saluti di Vincenzo, figlio del poeta, leggendo una commovente lettera dello stesso e del fratello Giuseppe, ha avuto seguito l’intervento del prof. Pasquale Inferrera e del sindaco Vincenzo Amadore,. Presenti all’inaugurazione anche l’arciprete padre Vincenzo Rigamo e il finanziere Cristian Parafioriti che vive al Nord ed ha già collezionato numerose pubblicazioni sul paese di Galati Mamertino a cui è molto legato.
La casa del poeta, adeguatamente ristrutturata, custodisce tutto ciò che i proprietari hanno lasciato dopo averla abitata per oltre un secolo, ed era stata costruita dal nonno del poeta che portava il suo stesso nome, Nino Ferraù. Nell’immobile sono state scritte parole d’amore e di dolore, di speranza e di fiducia.
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