Messina

Domenica 24 Novembre 2024

Stasera il grande Gala sotto le stelle di Taobuk. Il Nobel Fosse: «Il mio mondo silenzioso»

Puntuale come il Festival di Sanremo o il campionato di calcio arriva stasera (Teatro Antico, ore 21.30) il Taobuk Gala, con la sua ondata di ospiti e premiati. Come ogni anno, il riconoscimento è stato assegnato dal Comitato scientifico del Festival a personalità di altissimo profilo letterario, artistico, scientifico o dell’impegno civile e la serata di stasera, condotta da Antonella Ferrara e Massimiliano Ossini e in onda su RaiDue l’8 luglio, vedrà il suo momento cruciale nella consegna del Taobuk Award for Literary Excellence a tre scrittori: il norvegese Jon Fosse, premio Nobel 2023 per la letteratura, allo statunitense Jonathan Safran Foer, che in «Ogni cosa è illuminata» svela al lettore la ricerca delle proprie radici, lungo un tracciato biografico in cui dolore e amore, passato e presente si intersecano continuamente; e lo spagnolo Fernando Aramburu che ritirerà il Taobuk Award dalla mani dell’ambasciatore di Spagna in Italia, Miguel Ángel Fernández-Palacios Martìnez. Per le arti visive il premio andrà alla performing aritist di origini serbe Marina Abramović, accolta a Taormina come una star, che ha individuato la consapevolezza dell’identità nella capacità e disponibilità di affidarsi gli uni agli altri, in un’interazione che è continua riscoperta di sé. Per il cinema, il Taobuk Award, realizzato dall’atelier orafo Le Colonne di Alvaro e Correnti, per il cinema andrà ai registi Paolo Sorrentino e Ferzan Özpetek e all’attrice Kasia Smutniak; per la musica al tenore Riccardo Massi e a Noemi; per la danza all’étoile del Teatro alla Scala Nicoletta Manni, ambasciatrice del balletto classico nel mondo, e al coreografo e danzatore Moses Pendleton, direttore e fondatore di Momix e per l’informazione alla giornalista dell’Adnkronos Elvira Terranova. Per l’ideatrice e direttrice artistica di Taobuk, Antonella Ferrara «i grandi ospiti che durante il Gala saranno insigniti del riconoscimento, con il loro lavoro hanno dato voce, corpo e sostanza a questo dialogo perpetuo tra il noi e gli altri, che sta alla base del concetto stesso di identità. Per capire chi siamo - e perché siamo - il passaggio fondamentale, infatti, è uscire da sé, percorrendo quella straordinaria esperienza che è la conoscenza e accettazione dell’altro». Ieri sera un Nobel di poche parole si è sottoposto a una chiacchierata per il pubblico di Taobuk. La conversione al cattolicesimo, la solitudine, il brutto rapporto coi social, l'abitudine di scrivere all'alba e l'ossessione per la forma. In Norvegia è famoso già dagli anni ’80, come autore teatrale, ma il Nobel 2023 gli ha dato fama mondiale «e distrutto la mia vita», ammette sorridendo. «Un bagliore», l’ultimo, «Settologia», «Melancholia», «Mattino e sera» sono le sue, strane, opere: alcune prive di punteggiatura, altre con personaggi che portano lo stesso nome. È lui stesso un personaggio strano: telefonino in modalità silenzioso, nessuno lo chiama, a nessuno risponde, qualche eccezione per i familiari. Perché, dice, la concentrazione nel suo lavoro è tutto. Cambia la scrittura da geografie diverse? «Sì, io guardo voi e se alzo gli occhi vedo un paesaggio diverso rispetto a quello della mia infanzia. Il mio mondo è più silenzioso ma ogni scrittore ha la propria voce». Il tema è l’indicibile: «Tutte le esperienze umane, le situazioni esistenziali e i sentimenti puoi descriverli in letteratura in un modo che non puoi fare con altri mezzi. Mi piace creare qualcosa che prima non c’era. E che è nuovo anche per me. Altrimenti mi annoio».

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