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Vita e morte di S. Placido compatrono di Messina

Il volume realizzato da Rocco Crimi e Franco Tumeo. Raccontati il martirio nel 541 e la scoperta

“Nel segno di San Placido” è il titolo del prezioso volume realizzato da Rocco Crimi e Franco Tumeo allo scopo di rinverdire il culto del santo martire benedettino (com)patrono di Messina e di altri centri della provincia, come Castel di Lucio.
Si tratta di un libro – edito da Di Nicolò, con in appendice un contributo di Elisa Lo Monaco – che ripercorre le tappe della vita del santo, il suo martirio nel 541 a Messina e la nascita del culto a seguito della scoperta di resti umani durante i lavori di restauro effettuati nella Chiesa di San Giovanni di Malta nell’agosto del 1588, in cui si ritenne di individuare, tra le altre, le ossa di San Placido e dei suoi fratelli, Flavia, Eutichio e Vittorino. In realtà si trattava di una vera e propria necropoli in cui vennero ritrovati molti altri scheletri. Il libro prende le mosse dal ritrovamento di un antico messale del 1669, appartenuto a uno degli ultimi abati del Convento dei Minori Osservanti di Ficarra, che tra canti gregoriani e incisioni a tema sacro, tipici della tradizionale liturgia, ricorda, cosa che ne costituisce la preziosa peculiarità, l’allora recente “In festo inventionis SS. Placidi, et socioru Martyr” ovvero il ritrovamento delle ossa di San Placido e compagni martiri celebrato il 4 agosto. Rocco Crimi, presidente della Fondazione Crimi, partendo da questo elemento, si inoltra tra le pieghe dell’invenzione delle spoglie del Santo che portò a una vera e propria “fabbrica” di reliquie che, come conseguenza, ebbe quella della proliferazione di miracoli. E tra questi una “quasi resurrezione” di cui fu testimone addirittura il Caravaggio che lo rappresentò in quel capolavoro che è la “Resurrezione di Lazzaro” e che si trova nel Museo Regionale. La conseguenza fu che la richiesta di reliquie crebbe a dismisura tanto da costringere il papa Paolo V ad emanare un provvedimento con il quale si faceva assoluto divieto, dietro la minaccia di gravi pene, di estrarre o alienare dalla chiesa di San Giovanni reliquie e reperti.
Franco Tumeo, giornalista e scrittore, da parte sua, ha tracciato una esaustiva nota sulla vita, la morte e i miracoli di San Placido Martire, a cominciare dai natali del santo che lo vogliono figlio di un patrizio romano, Tertullo, e della nobildonna messinese Faustina, sorella della più nota Elpide. Cresciuto in un monastero fu uno dei seguaci più fedeli di Benedetto, che lui seguì nel 528 a Cassino dove fu testimone della nascita dell’Abbazia e dell’Ordine Benedettino. Nel 532, inviato in Sicilia da San Benedetto, realizzò a Messina, in contrada Oliveto, il primo monastero benedettino in Sicilia, dove trovò, il 5 ottobre 541, la morte insieme ai fratelli Eutichio e Vittorino e alla sorella Flavia, per mano del pirata Mamucha. Il 4 agosto 1588 infine la scoperta delle spoglie attribuite al santo e agli altri santi a cui i messinesi hanno sempre manifestato grande devozione, tanto che San Placido venne nominato patrono della città. Una figura straordinaria di spiritualità che ha travalicato i confini della città per diffondersi anche in provincia, come nel caso di Castel di Lucio, di cui troviamo testimonianza in questo interessante volume grazie a Elisa Lo Monaco, farmacista e ricercatrice da tempo impegnata a studiare e divulgare le tradizioni popolari nebroidee.

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