Il progetto della compagnia Carullo-Minasi: riconquistare i luoghi perché Messina diventi «Paesaggio del teatro»
Un burattino abilmente manovrato da un’artista che, donandogli vita, conduce bambini e adulti in mondo fantastico. Uno spazio verde che diventa palcoscenico per nuove storie, connettendo paesaggio, narrazioni, visioni, trasformando e vivificando i luoghi. Un percorso in quattro tappe, «Il paesaggio del teatro», progetto promosso a Messina dalla compagnia reggino-messinese Carullo Minasi, in collaborazione con la Messina Social City, nell’ambito degli appuntamenti del Natale. Un festival di Teatro di figura e circo (4 spettacoli con inizio sempre alle 11.30 e 2 laboratori dalle 10, al via lo scorso 30 dicembre, si concluderà il giorno della Befana, con appuntamenti domani, il 5 e 6 gennaio) realizzato – in continuità con la visione poetica di Compagnia – in forma di teatro diffuso per le ville della città dello Stretto, da Villa Sabin a Villa Mazzini passando per la Pineta di Gravitelli. «Un percorso – come spiegano Giuseppe Carullo e Cristiana Minasi – che prosegue nella storia poetica della Compagnia e cresce grazie alla collaborazione con la Messina Social City, promuovendo un processo di visione e conoscenza attraverso lo strumento del teatro. Un processo iniziato con la Trilogia sul Limite che si è realizzata in vari luoghi della città, proseguito poi con il teatro Delivery che, in tempo di pandemia, ha voluto rappresentare una risposta alla funzione e alla posizione dell’arte e degli artisti che riconquistano i luoghi della vita quotidiana per creare un nuovo contatto con i cittadini attraverso una partecipazione attiva. Sono seguiti altri momenti di teatro/formazione e incontro sino a giungere al Paesaggio del Teatro, che vuol essere una riconquista e ri/visitazione dei luoghi del quotidiano, un modo per riscoprire la città, le sue meraviglie (poi mica tanto nascoste) ed un’identità collettiva». «Al centro del percorso – prosegue Minasi – vi è la necessità di riconquistare un interlocutore nuovo del teatro. Una occasione per riscoprire, quindi, non solo l’identità dei luoghi ma anche creare una relazione circolare con la comunità che li attraversa e poco li abita. Abbiamo creduto che la cosa più giusta era avere a che fare con ciò che l’uomo deve imparare a manovrare, ovvero l’immaginazione, e per questo motivo abbiamo scelto una programmazione che guardasse al teatro di figura, in cui l’attore si mette al servizio di un oggetto miracoloso e sorprendente, la marionetta e il burattino, rispetto al quale l’uomo diventa manovratore, demiurgo di un mondo straordinario». Quindi è stato proposto un cartellone di spettacoli per l’infanzia per ricostruire la magia del teatro e di una relazione profonda, connessa all’essenza del genere umano. Ad aprire il viaggio fantastico, in un paesaggio che diventa esso stesso luogo drammaturgico – il primo appuntamento si è svolto in una Villa Sabin piena di bambini e famiglie –, «Le avventure di Pinocchio» con Stefania Ventura impegnata a dare vita al burattino «dal naso arcilunghissimo» sfogliando fra parole, danza e musica le magiche pagine della fiaba di Pinocchio a partire da «La filastrocca di Pinocchio» di Gianni Rodari. Lo spettacolo, per la regia di Livio Viano, con musiche di Sandro Balmas, è il cavallo di battaglia della compagnia e in 10 anni è stato rappresentato più di 700 volte in Italia e all’estero. Domani a Villa Mazzini sarà la volta di un laboratorio di acro-danza e poi dello spettacolo di circo acrobatico «Lumie di Sicilia» a cura di Francesco Mirabile; venerdì invece, alla pineta di Gravitelli, in scena la magia incantata di «Raperonzolo», spettacolo per burattini e narratore a cura di Salvino Calatabiano e Vito Bartucca, compagnia Teatro degli Spiriti e Teatro Patafisico di Palermo, protagonisti anche del gran finale della rassegna, il giorno della Befana, a Villa Sabin, con un laboratorio di marionette e burattini e lo spettacolo per burattini e narratore «La leggenda di Orione».