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“Eroina”, da Taormina l’inno contro la violenza di genere da Accademia Perosi e Fondazione CRT con la FBP

Una carneficina che i  millenni e l’evoluzione sociale non hanno saputo stroncare. Al centro di un’opera necessaria, di quelle che fanno male, ma anche bene, in misura direttamente proporzionale, obbligando alla riflessione e alla consapevolezza.

“Eroina - Donne alla Guerra di Troia” è un grido di dolore, disperato, tossico, sanguinoso. Forte eppure fragile, come coloro che lo emettono, o che - molto più spesso - lo soffocano. Quelle donne che diventano vittime di atti aberranti, inumani, oggi come nell’antica Grecia, attraverso narrazioni che ad una lettura più attenta, contemporanea e senz’altro più sensibile, non hanno nulla di poetico.

Sul palco del teatro antico di Taormina, dopo la prima di Tindari, la produzione dell’Accademia Perosi con l’Orchestra Talenti Musicali della Fondazione CRT, diretta da Nicolò Jacopo Suppa: le attrici Elisa Lombardi e Michela Di Martino e il soprano Fé Avouglan hanno dato volto e cuore, anima, parole, vibrazioni, sorrisi e lacrime, alle “eroine” immaginate dai testi dell’autore e regista Mario Acampa. Giovani donne, ninfe dolenti, ispirate ai personaggi femminili cantati da Omero nell’Iliade, ma declinati ben oltre i rigidi schemi di un’antichità sin troppo misogina.

Monologhi, dialoghi, brani strumentali e una struggente performance vocale si sono armonizzati nella costruzione di una vigorosa denuncia, che dalla rilettura dei classici si dimostra drammaticamente attuale, sembrando scritta ieri, anzi oggi. Le cronache degli ultimi giorni - ma da inizio anno si registra un femminicidio ogni 3 giorni - ci hanno esposti ad un susseguirsi di nefandezze, azioni indegne commesse da uomini ai danni di donne per lo più - tra tutti i casi di Palermo e Caivano - e stille di puro veleno tra infanticidi, crudeltà contro gli animali, e poi la strage sui binari di Brandizzo e l’omicidio “futile” - come la morte non è mai - del giovane musicista a Napoli. Un crescendo di orrori, cui è stato fatto riferimento in apertura del concerto, con un minuto di silenzio dedicato in particolare proprio al cornista Giovanbattista Cutolo, che con l’orchestra aveva lavorato.

FORZA E GABBIE SOCIALI

À

Testimoni “d’eroine e non d’eroi” sono state le tre giovani performer che hanno urlato e pianto la rabbia e la furia di donne - come Cassandra, Briseide, Penelope - “abusate nel corpo e nell’anima”, ieri come oggi, mostrando grinta e debolezza, mettendo a nudo tormenti, insicurezze, gabbie sociali che imprigionano ogni desiderio di parità, anzi equilibrio di genere, di affrancamento da violenze e soprusi, più o meno estremi, più o meno evidenti: “non so se ce la faccio senza un uomo accanto”, “no, non posso denunciare”, “dicono che me la sono cercata”.

LA LIBERTÀ E LE SPERANZE

Ma la conclusione è un inno alla libertà (“Le donne devono dare alla vita, ma hanno anche il diritto di avere una vita come vogliono loro” è il pensiero che ha accompagnato il tema dell’aborto) e ad un cambiamento culturale diffuso, che nasce dalla cruda elencazione di percentuali e casistiche (femminicidi, abusi sessuali, mutilazioni genitali, matrimoni precoci o riparatori, violenze domestiche e ai danni di  donne con disabilità) e da un monito: “La guerra di Troia è qui adesso, non è mai finita”. Dai volti giovani la speranza che un futuro più rispettoso sia possibile e arrivi da occhi, mani, menti differenti.

I GIOVANI TALENTI

Ad esibirsi nelle due date siciliane d’esordio è stata l’Orchestra Talenti Musicali della Fondazione CRT, con musiciste e musicisti dall’età media di 25 anni, diretta dal trentenne Nicolò Jacopo Suppa e composta da Adele Viglietti, Antonino Roberto Angelico, Tina Vercellino, Ilze Tomasevska (primi violini); Samuele Cerrato, Sebastian Zagame, Roberta Vaino, Elisa Catto (secondi violini); Alessia Bertolami, Priscilla Panzeri (viole); Daniel Curtaz, Viola Sommariva, Agnese Polli (violoncelli); Nicolò Giaconi (contrabbasso). Il repertorio ha spaziato da Grieg a Puccini, dall’Adagio di Samuel Barber a Aretha Franklin, con l’arrangiamento del direttore artistico della Fondazione Perosi Stefano Giacomelli.

GRAZIE SICILIA!

«L’accoglienza di Tindari, per la Fondazione Perosi, l’orchestra e il cast, è stata il miglior biglietto da visita che si potesse ricevere – ha commentato al termine dell’esperienza isolana - La disponibilità del personale del Parco archeologico di Tindari, l’amministrazione comunale e quella della Pro loco, semplicemente meravigliosa, hanno promesso e permesso fin dalle prime ore del mattino la riuscita dello spettacolo. La leggerezza, la cortesia, la storia, nascosta sotto ogni sasso… perfino i profumi in terra di Sicilia hanno reso tutto seducente e inebriante fino al calar della notte. Il resto è stata magia. Suonare, cantare e recitare in luoghi così straordinari è stato emozionante oltremisura.  Si sono fatte vere le parole di un caro amico, grande scrittore siciliano poco prima del concerto: “Sono luoghi dell’assoluto, vette della bellezza”. Il miglior viatico per una serata che ha impegnato il nostro essere orchestra. E Taormina? Che dire di un monumento al sublime dove ogni sussurro si trasforma in ode reboante? Lì tutto supera la concezione mentale del Bello. Grazie Sicilia!”.

Assieme a Giacomelli, ad accompagnare il cast di giovani c’erano Piercarlo Zedda (presidente della Fondazione Olly, sostenitrice di Fondazione Perosi con Bds), Nicoletta Susta e Raffaella Iaselli (consigliere della Fondazione Accademia Perosi), che hanno condiviso l’entusiasmo per l’esperienza siciliana con Lino Morgante, presidente della Fondazione Bonino Pulejo, che ha supportato l’evento nel solco  della mission volta al sostegno delle giovani generazioni. La rappresentazione di Taormina sarà prossimamente promossa sui  media del Gruppo Ses, per contribuire all’azione di sensibilizzazione sociale e di promozione delle attività delle Fondazioni a beneficio dei giovani talenti.

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