Il mito e la resilienza femminile. “Eroina - Donne alla guerra di Troia”: dopo Tindari, stasera al Teatro Antico di Taormina
Gli eventi drammatici degli ultimi giorni, e un fil rouge che dal passato chiama ad una missione etica al di là del tempo. «In questi giorni sono successi episodi terribili. Tutti voi ne siete certamente a conoscenza. Gli operai morti a Torino. E un giovane musicista ucciso a Napoli. Morti orribili, che lasciano smarriti, impotenti. Eppure queste tragedie devono far riflettere ciascuno di noi, sulle responsabilità che abbiamo come operatori culturali di trasmettere valori e bellezza, soprattutto alle giovani generazioni». Con queste toccanti parole, pronunciate da una solenne voce fuori campo, ha preso avvio la prima rappresentazione di “Eroina - Donne alla guerra di Troia”, in scena domenica scorsa nel suggestivo Teatro Greco di Tindari. Uno spettacolo avvincente e attuale, promosso nel tenere intimamente viva l’attenzione del pubblico, catapultato tra miti greci e realtà odierna, in un andirivieni temporale prodigiosamente nitido. Tra i testi e la regia di Mario Acampa, le attrici Elisa Lombardi, Michela Di Martino e il soprano Fé Avouglan hanno perfettamente inscenato delle ninfe coraggiose, testimoni di eroine e non solo di eroi, raccontando la carneficina della storia e di «donne usate, mutilate, vendute, umiliate, e poi gettate in fosse comuni come cibo avariato. Madri, sorelle, amiche, abusate prima nell’animo e poi nel corpo da uomini nati da donne come loro». Ruoli arbitrari sempre favorevoli agli uomini vengono ribaltati, persino a dispetto del poeta Omero, «un po’ “tirchio” con le parole rivolte alle donne». Narrazioni strazianti, dettagliate nel dolore di abusi per nulla confinati al passato: «La guerra di Troia è qui, adesso». Ma pure passaggi di ironia arguta per riallacciare le fitte trame dei miti classici ai giorni nostri, richiamando il “girl power” che per nulla esisteva a Itaca a sostegno delle pene di Penelope, da cui non ci si aspetta di certo - come è invece avvenuto a Tindari - di sentire le note struggenti di “(You make me feel like) A natural woman” di Aretha Franklin. Solo uno fra i tanti momenti musicali altissimi, grazie alla voce soave e potente della californiana Avouglan, come pure per merito della costante presenza sul palco dell’Orchestra Talenti Musicali della Fondazione Crt diretta da Nicolò Jacopo Suppa, che ha regalato composizioni quali Bachiana Brasileiras n. 5 di Heitor Villa Lobos, Capriol Suite di Peter Warlock o, da Tosca, Vissi d’arte vissi d’amore di Giacomo Puccini. La sfida ardua di infondere agli spettatori la vera essenza della resilienza femminile, riportata attraverso un prisma inedito, si è conclusa fra gli applausi persistenti di un pubblico trasversale ma ugualmente desideroso di sani valori, in un’atmosfera condivisa di riconoscenza verso i talenti che si sono esibiti grazie alla produzione dell’Accademia Perosi di Biella. «Ho pensato a lungo a come inserire i temi di oggi nelle parole delle donne di ieri - dice l’autore Mario Acampa - poi ho capito che, alle mie orecchie, le donne di Troia parlavano esattamente la nostra lingua. Ho lasciato che Cassandra, Penelope e Briseide mi sussurrassero i loro sentimenti e al netto delle mie licenze poetiche e delle libertà interpretative, credo che abbiano molto da dire alle donne, ma soprattutto agli uomini di oggi». Parole accostate alle pagine dei più grandi musicisti, come osserva Nicolò Suppa, direttore dell'Orchestra Talenti Musicali. Dalla Cantilena di Villa Lobos all’Adagio di Barber, evocazione della classicità… fino a scendere nell’Ade. «La partitura - spiega - pur non parlando di immagini luttuose, si ispira a un passaggio delle Georgiche di Virgilio, in particolare al rigagnolo che, scendendo verso il basso, si ingrossa e produce “raucum murmur”. Specchio del testo crea una sequenza di climax che partendo da un motivo sinuoso, a spirale, ascendente per gradi congiunti, discende e nuovamente ascende, immergendo la litania del testo nel tormento delle note». E ancora, tra le musiche scelte dal direttore artistico Stefano Giacomelli, ci sono la Capriol Suite del britannico Peter Warlock e le più celebri arie di Puccini nella voce dell’eroina Fé Avouglan. La supplica Vissi d’arte da Tosca e Un bel dì vedremo da Madama Butterfly: arie-racconto proiezione dei desideri e delle riflessioni delle eroine. «Sono orgogliosa del fatto che il Teatro Antico di Tindari, vero gioiello del Parco Archeologico - afferma la direttrice, Anna Maria Piccione - abbia ospitato una rappresentazione così importante. “Eroina - Donne alla guerra di Troia” non è solo un’originale rivisitazione dell’Iliade di Omero ma un vero manifesto della guerra di resilienza che, ieri come oggi, costringe troppe donne a stare in trincea per difendersi da discriminazioni, violenze, soprusi. Una bella occasione di confronto e di riflessione, su un tema purtroppo tristemente attuale». Oggi, alle 20.45, passaggio del testimone al Teatro Antico di Taormina, che accoglierà l’ensemble. Nell’inimitabile scenario, in sinergia con la Fondazione Bonino Pulejo nella mission comune volta in particolare al supporto per le giovani generazioni, verrà riproposto lo stesso spettacolo a un nuovo pubblico: «Affinché nulla dell’orrore vissuto più si ripeta».