Dopo il clamoroso successo di Palermo dove ha firmato il doppio sold-out, Checco Zalone sbarca domani e martedì al Teatro Antico di Taormina. Musica, racconti, imitazioni, parodie. È “Amore + Iva”, lo spettacolo totalmente inedito di uno degli artisti più caleidoscopici e amati dal pubblico italiano. Uno spettacolo che dallo scorso mese di dicembre colleziona una ininterrotta serie di sold out nei più prestigiosi teatri italiani. E che si confermerà a Taormina, sotto l'organizzazione di Carmelo Costa per la “Musica da Bere S.r.l.”.
«Mi aspetto polemiche, parlerò di temi scottanti. Ormai ho capito che se fai una cosa per piacere a tutti non funzionerà mai». Divide (le opinioni) et impera: ecco, ridotto all’osso, il Checco Zalone pensiero. Tornerà qualche cavallo di battaglia, come il trapper Ragadi che vive «le sofferenze di un passato in cui non era ricco», ma lo spettacolo sarà «praticamente solo di inediti», con molti omaggi musicali: a Enzo Jannacci, a Celentano e Mina, «per loro ho composto la canzone Arteriosclerosi su due ottantenni che rinnovano il loro amore ogni giorno perché non si riconoscono», e ancora «Vasco che reinterpreta Mahmood» e il maestro Muti. Il cuore dello spettacolo sarà, ancora una volta, non tanto la satira dei famosi quanto il racconto impietoso dell’italiano comune. Parlerà di amore, integrazione e diritti civili. L’idea di uno spettacolo - ha raccontato - gli è venuta lo scorso febbraio, quando una signora disperata si rivolse a lui perché voleva adottare una famiglia ucraina, ma erano finite tutte ed erano rimaste solo siriane. Ecco il passaggio sulla ipocrisia borghese.
L’impianto è quello consolidato: un intreccio di personaggi e canzoni che si inseriscono in un quadro di lezioni d’amore (a cui rimanda il titolo dello show) divise per capitoli come se fosse un professore che spiega davanti alla lavagna. Imperdibili anche le sue lezioni d’amore come quando il prof. Zalone immagina l’adozione di una famiglia arcobaleno in un orfanotrofio di Predappio.
Accompagnato da quattro musicisti e due performer, lo spettacolo come detto è anche intessuto di canzoni. Il tempo delle mele non può che essere «il tempo delle Meloni». E poi i classici: Angela, Uomini sessuali e Samba Del Culu Piatto che parla di una ragazza nera senza culo e di cui Checco Zalone va molto orgoglioso: «In una sola canzone sono riuscito a fare blackface, catcalling e body shaming».
E a Palermo ha inevitabilmente fatto ridere anche sulla sicilianità: “Palermo è bellissima, mi sono così integrato nel tessuto sociale che non voglio fare nu cazzu”. Per due ore piene Zalone è stato il mattatore della serata, alterna instancabile sketch, parodie, canzoni e suona al piano Chopin e “Pierino il lupo”, passando dall’imitazione di Putin che nel suo ufficio ha un poster de “I ricchi e poveri” (“altro che Ciajkovskij”, dice prima di confessare che “ce l’ho piccolo” perché “le guerre si fanno per vedere chi ce l’ha più grosso”) a quella di Antonio Cassano che dice che viveva “a Sampdoria”, del maestro Riccardo Muti che ammette di odiare l’opera, a Vasco Rossi ipocondriaco che al rock preferisce la passiflora e il fosforo e che canta a sua moglie Toffee (una sorprendente e abilissima Valeria Grasso) “fammi un clistere”.
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