La libertà è un tratto fondamentale della ricerca scientifica, in costante equilibrio fra innovazione tecnologica e diritto alla salute, imprescindibile dal senso di responsabilità di chi opera in ambito sanitario. Una questione di rilevante importanza più volte al centro del dibattito pubblico, della quale si è discusso nel corso del convegno «Le libertà della scienza» con cui si è aperta la seconda giornata della tredicesima edizione del Festival Taobuk, dedicata a «Le Libertà», in programma a Taormina fino al 19 giugno.
Protagonisti del focus in collaborazione con l’Università di Messina, svoltosi ieri mattina nell’Aula magna del Rettorato, esperti e scienziati che hanno esaminato la questione dal punto di vista scientifico, presentando i risultati di alcune importanti ricerche in campo medico e biotecnologico, ma anche sotto il profilo gestionale, relativamente all’accessibilità e sostenibilità delle cure, sia per i singoli che per il sistema sanitario.
A introdurre i lavori il prorettore vicario dell’Ateneo di Messina Giovanni Moschella, il quale ha sottolineato l’importanza del tema del Festival, che «mette in risalto il concetto di libertà e la pluralità di diritti dei quali esso si compone», anche in riferimento all’articolo 33 della Costituzione che afferma: «L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento». La presidente di Taobuk Antonella Ferrara, intervenuta in apertura, ha successivamente consegnato ai relatori il prestigioso Taobuk Da Vinci Award 2023, il premio istituito dal festival lo scorso anno per premiare le eccellenze in campo medico-scientifico.
Nella prima sessione del convegno spazio alle lectiones magistrales di Shinya Yamanaka (Nobel 2012 per la Medicina) e Gregg Leonard Semenza (Nobel 2019 per la Medicina e la Fisiologia) - intervenuti da remoto - che hanno parlato della trasformazione di cellule umane in staminali e del ruolo dell’ipossia in fisiologia, mentre l’esperto israeliano in biotecnologie Tal Dvir ha descritto l’utilizzo della stampa in 3D del cuore. Camillo Ricordi, direttore del Diabetes Research Institute di Miami, esperto internazionale in tema di trapianti, ha invece illustrato alcuni protocolli all’avanguardia per la rigenerazione pancreatica nella cura del diabete.
Nella seconda sessione spazio a un approfondito focus sulle terapie avanzate, strumenti di cura innovativi basati su materiale genetico, cellule staminali e tessuti. Ad animare la tavola rotonda, coordinata dalla responsabile dell’Unità di ricerca in medicina rigenerativa della Saint Camillus University di Roma Carmen Mortellaro, il direttore generale ricerca e innovazione in sanità del ministero della Salute Giuseppe Ippolito, Giulio Pompilio, direttore scientifico del Centro cardiologico Monzino, il direttore del Dipartimento di Oncoematologia dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma Franco Locatelli e Lorenzo Piemonti, primario dell’Unità operativa di Medicina Rigenerativa e dei Trapianti dell’ospedale San Raffaele.
Gli esperti hanno messo in risalto i progressi compiuti nell’ultimo ventennio nel settore delle terapie avanzate, grazie anche alle innovazioni nel campo delle biotecnologie, offrendo nuove e importanti opportunità nella diagnosi e trattamento di gravi patologie per le quali i trattamenti convenzionali si sono dimostrati inefficaci o assenti. Dagli approcci con la medicina rigenerativa utilizzata nel trattamento di soggetti affetti da diabete, ad alcune forme di leucemia come il neuroblastoma, fra i tumori del sangue più frequenti in età pediatrica, all’approccio con il gene editing, efficace nei soggetti dell’area mediterranea affetti da talassemia e anemia falciforme, le terapie avanzate con i cosiddetti «farmaci viventi», rappresentano un avanzamento biotecnologico di straordinaria prospettiva sui quali val la pena investire risorse, hanno spiegato gli esperti, sottolineando l’importanza di conciliare l’accesso equo alle suddette cure da parte dei pazienti con la sostenibilità per il Sistema sanitario.
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