Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

A Messina l'arte civicamente impegnata con Ettore de Conciliis al MuMe

“Ettore de Conciliis. Arte e Memoria. Dialoga con l'artista la storica dell'arte Silvia Mazza”: l’arte civicamente impegnata è la protagonista dell’evento che si terrà al MuMe, Museo Regionale Interdisciplinare di Messina, il prossimo 3 febbraio, alle 17. De Conciliis, artista eclettico campano, è noto sullo scenario nazionale e internazionale per le imponenti opere murarie a contenuto sociale, a cominciare dalla prima che lo rese famoso nella seconda metà degli anni ’60, il pre-sessantottino "Murale della Pace", presso la Chiesa di San Francesco ad Avellino. In Sicilia ha realizzato il Murale contro la mafia, del 1968 a Trappeto nel Centro di Danilo Dolci, e, tra il 1979 e il 1980, il Memoriale di Portella della Ginestra, nel territorio di Piana degli Albanesi, a ricordo della strage di contadini compiuta dalla banda di Salvatore Giuliano, “prima opera di Land Art (arte ambientale) in Sicilia, precedente al Cretto di Alberto Burri a Gibellina”, sottolinea la storica dell’arte.

Il programma del pomeriggio, ideato dalla stessa storica dell’arte, dopo i saluti di Franco Fazio, Dirigente Generale del Dipartimento dei Beni culturali e Identità siciliana, prevede la proiezione del documentario “Dell’acqua e del tempo (l'Arte di Ettore de Conciliis)” (2021) del regista Gianfranco Pannone e la presentazione del volume Dipinti sull’acqua da Sartorio a de Conciliis (Il Cigno GG., Roma), che racchiude quattro mostre, tra Lipari, Venezia, Roma  e Matera, con ampio spazio in particolare all’antologica dedicata al Maestro nel 2021 alla Venice International University e a Ca’ Pesaro, Galleria Internazionale d’Arte Moderna, a Venezia, co-curata da Silvia Mazza insieme a Victoria Noel-Johnson. A seguire, quindi, il “dialogo” tra l’Artista e la storica dell’arte si incentrerà sui paesaggi ad olio, “in cui l’elemento dominante, spiega la storica dell’arte, è l’acqua, quella di un fiume o quella di un mare, tutt’altro che pacificate immagini di un idillio della natura, sospesi nel tempo e per questo universali”.

Previsto pure l’intervento del sindaco di Piana degli Albanesi Rosario Petta. A chiusura dell’evento si intende lanciare un appello al Governo Nazionale e Regionale in favore del restauro del Memoriale di Portella della Ginestra, opera simbolo della lotta alla mafia: “un atto civicamente necessario, tanto più in questo momento storico segnato dall’arresto di un super latitante, che non ammette alcuna indifferenza da parte delle istituzioni ”, sottolinea Mazza. “Il sistema plastico-architettonico, prosegue, esposto dopo oltre quarant’anni agli agenti atmosferici e agli assestamenti del terreno ha bisogno, in modo improcrastinabile, di essere ripristinato nella sua consistenza materica per mantenere intatta la leggibilità dei suoi contenuti e del suo messaggio ai posteri.  I massi che costituiscono gli elementi scultorei, i muretti, le aree pavimentate presentano cedimenti, sconnessioni e perdita di coesione delle malte. Gesù disse che se i discepoli taceranno, al loro posto  ‘grideranno le pietre’. In quel pianoro anche le pietre, nel punto esatto dove ognuna delle undici vittime cadde, saranno rese mute se lo Stato, la politica e anche la società civile si renderanno complici, per incuria e inerzia, di quell’efferato eccidio in cui persero la vita degli innocenti”.

Per il direttore del museo di Messina, Orazio Micali “Il Memoriale è una pietà, è un compianto, è un lamento corale che ricorda e ammonisce, che rimpiange e insegna, che parla a tutti con il silenzio, che lascia i morti ancora sul campo, alla vista di chiunque. È un’opera che va salvaguardata e tutelata per il valore proprio, per l’importante interesse che riveste nella storia recente della Sicilia che si divide tra un prima e un dopo Portella della Ginestra, spartiacque di lotte ataviche, ferita mai rimarginata. È dovere dei siciliani che ne sono i proprietari fisici ed è dovere dello Stato conservare il Memoriale perché venga consegnato, come il testimone in una staffetta, di generazione in generazione e da queste custodita e protetta come un mattoncino del genoma umano”.

Caricamento commenti

Commenta la notizia