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Il professor John Dickie e la Massoneria nel mondo: "Molta ignoranza su tre secoli di storia"

Oggi su Gazzetta del Sud un'intervista esclusiva a John Dickie, storico e docente universitario inglese di fama internazionale che sarà domani in città per presentare il suo ultimo libro, una ricostruzione della Libera Muratoria. Un'intervista a firma di Nuccio Anselmo.

Professore John Dickie, docente alla University College di Londra, dopo questo sforzo immane di studio per diversi anni, realmente monumentale, cosa rimane per lei oggi al centro della realtà della Massoneria nel mondo?

Niente. Perché la Massoneria come realtà unita, uniforme, coordinata non esiste nemmeno in Italia, figuriamoci a livello mondiale. Chi parla de “la Massoneria” senza distinguo non fa che dimostrare la propria ignoranza. Ma questo non ha impedito alla Massoneria di essere influente a livello globale attraverso tre secoli di storia. Mi spiego. Poco dopo le origini della Massoneria nella sua forma moderna, all’inizio del Settecento, quando la fratellanza comincia a diffondersi oltre la Gran Bretagna, il controllo del “marchio” massonico sfugge ai fondatori. C’è una proliferazione dei gradi, delle mitologie, delle tradizioni, dei sistemi rituali. Si moltiplicano anche i tentativi di creare delle istituzioni per decidere su questioni di legittimità, come si moltiplicano anche le scissioni. I massoni litigano fra di loro su molte questioni, a seconda del contesto. Se ammettere le donne, per esempio, e con quali criteri. Se ammettere gli atei, o gli indù, o i cattolici, o gli ebrei - questo nonostante i valori illuministici di tolleranza di cui la Massoneria pretende di essere un’espressione. Litigano anche su questioni politiche. I landmarks (norme fondamentali, espresse nelle Constitutions of Freemasonry, di Anderson, pubblicate nel 1723) prescrivono che la Massoneria debba stare al di fuori della politica. E’ una regola semplice, nella teoria, ma complicatissima nella pratica: come si fa a decidere dove inizia e dove finisce la politica? Tuttora non esiste nessun brevetto della Massoneria. Chiunque può scopiazzare i riti da internet, e formare una Loggia per qualsiasi scopo. (Il problema sarebbe poi di farsi riconoscere da una delle tradizioni maggiori.) C’è dunque un’idea massonica, che si realizza in tantissime forme diverse. Si tratta infatti di una delle idee più contagiose della nostra modernità.

Com'è nata? Come si è sviluppata? 

Ci sono due momenti chiave. Il primo è negli ultimissimi anni del ’500, nella Scozia del re Giacomo VI, quando c’è un incontro tra il folklore dell’élite dei lavoratori in pietra (oggi li chiameremo imprenditori edili), e la cultura rinascimentale della corte - in particolare l’ermetismo. E’ lì che nasce l’idea della loggia come luogo sacro, quasi utopico, dove si recitano riti di iniziazione con un significato etico o filosofico. E’ lì che l’élite sociale, uomini che con la costruzione di edifici in pietra non hanno niente a che fare, comincia a trovare nella loggia un luogo di aggregazione libero dai sanguinosi conflitti religiosi e politici dell’epoca. Il secondo momento arriva tra il 1717 e il 1723, a Londra, quando un gruppo Whig, cioè un gruppo vicino alla nuova dinastia reale degli Hanover, strappa il controllo della rete massonica da gruppi vicini alla vecchia dinastia degli Stuart. I nuovi dirigenti impongono sia un nuovo organo di controllo, la Gran Loggia d’Inghilterra, che un nuovo ordinamento (le Constitutions del 1723, di cui ho parlato sopra). A quel momento c’è il boom. Col patrocinio della potente aristocrazia Whig, viaggiando sulle correnti dell’impero e del commercio, nel giro di una ventina d’anni vediamo logge spuntare ovunque: in tutta l’Europa, in India, nelle Americhe, e persino in Siria e in Turchia. L’idea massonica ha trovato il suo tempo. Ma con la diffusione arriva anche la confusione, come ho spiegato sopra.

Ha realmente inciso, nel corso dei vari secoli, sulle vicende mondiali, oppure è stata sopravvalutata?

Tendiamo ad immaginare l’influenza della Massoneria soltanto come regia occulta. Considerata in questo senso, d’accordo, l’influenza della Massoneria è stata molto, molto esagerata. Ma scrivere la storia della Massoneria soltanto in termini di affarismo o come rete di potere significa vedere le cose con i paraocchi. E’ significa, inoltre, scrivere una storia straordinariamente noiosa. Se ci liberiamo dai paraocchi, possiamo vedere un’infinità di modi - spesso sorprendenti e bizzarri - in cui la Massoneria ha contribuito a dare forma alla nostra modernità. Per esempio, la Massoneria ha avuto un’enorme influenza come modello organizzativo. Una fratellanza, unita da un giuramento, da una mitologia condivisa, e dal vincolo del segreto, con cellule locali (logge) che insieme formano una rete molto ampia: si tratta di un modello che si presta a scopi molto diversi che con la Massoneria intesa in senso più o meno stretto c’entrano poco o niente. Scopi criminali (le mafie). Scopi politici (i carbonari, il Ku Klux Klan, e molte altre società segrete). Scopi religiosi (i Mormoni). Scopi civici (Rotary, Lions, ecc.) Ovunque vediamo organizzazioni con DNA massonico. La Massoneria è influente anche come nemico più o meno immaginario, come capro espiatorio. Il culto massonico della segretezza legittima tutti i sospetti. Infatti, dobbiamo alla paura della Massoneria il complottismo nella sua forma moderna. Possiamo persino identificare un luogo e una data di nascita del complottismo, al numero civico 25 di Edgware Road, Londra, nel 1797. E’ lì che un ex gesuita francese, di nome Augustin de Barruel, pubblica una farraginosa analisi delle origini della Rivoluzione francese che attribuisce tutto ad una vasta congiura dei Massoni. In poche parole, agli occhi suoi e di molti altri, la catastrofe della Rivoluzione, del rovesciamento dell’ordine provvidenziale della società, non poteva avere altra causa che un vasto complotto satanico. Lo scenario fondamentale immaginato del complottismo contemporaneo è quello di un’élite occulta che eserciterebbe un controllo nefasto sulle cose del mondo. E’ una mentalità immune a qualsiasi prova contraria, perché di sua natura questa élite viene immaginata come dotata di infinite risorse di furbizia e di dissimulazione. I Massoni dei gradi bassi sembrano cittadini perbene? Allora sarà perché sono degli ingenui, e il vero male sta nei gradi più alti. E se nelle logge non si trovano prove di attività malefiche? Bisogna cercare le logge occulte o deviate. E via di seguito. Guarda caso, il vero volto di questo male non emerge mai alla luce del sole. E’ proprio la proliferazione di diverse forme di Massoneria, di cui ho appena parlato, che fa della Massoneria il modello originario di una paranoia sociale che tuttora esercita un’influenza molto profonda. La rete massonica serve anche come forma di welfare ante litteram. E’ in questo modo, e non come burattinai nascosti, che i Massoni contribuiscono alla crescita dell’Impero britannico. Nella Libera muratoria, i soldati, gli amministratori, e i mercanti che si spostano da Calcutta al Canada, da Città del Capo a Hong Kong, trovano amicizie già pronte, e un’organizzazione pronta a pagare i funerali di chi muore lontano da casa.

Il segreto gioca un ruolo centrale nella vita massonica. Di cosa si tratta? 

I Massoni al momento dell’iniziazione giurano, pena una morte atroce, di mantenere i segreti della fratellanza. E questo giuramento è il motore della storia della Massoneria. Crea un’aria di mistero che attira potenziali reclute. Genera lealtà tra i fratelli, come guardiani dei segreti. E soprattutto provoca sospetti. Che cos’hanno da nascondere? E i sospetti a loro volta rinforzano l’identità collettiva dei Massoni, che amano atteggiarsi a vittime dell’incomprensione dei profani. Questo giuramento sta alla base dei dubbi nutriti da molte persone, che non possono in nessun modo essere accusati di dietrologia, sulla compatibilità della Massoneria con una società democratica e trasparente. Sono dubbi che nutrivo anch’io prima di cominciare le mie ricerche. Ma adesso ho cambiato idea. Il segreto massonico non va preso alla lettera, ma va comunque preso sul serio. Ci sono diversi indizi da tenere in mente. Il primo è che i segreti che i massoni giurano di proteggere sono così banali da far cadere le braccia. Io, da profano che sono, li posso rivelare. Sono, nell’ordine in cui s’imparano nel corso dei tre riti d’iniziazione fondamentali: 1) cerca di essere una brava persona; 2) cerca di capire meglio il mondo; e 3) la morte è una cosa seria che dovrebbe farci riflettere. Tra le infinite carte che ho studiato esiste un solo caso in quattrocento anni in cui le terribili punizioni per i traditori dei segreti sono state messe in atto, forse. Poi bisogna considerare che i Massoni, almeno nelle tradizioni più autorevoli, giurano anche di essere bravi cittadini. Come si spiega questa strana forma di segretezza? I cosiddetti segreti della Massoneria servono soltanto per rendere drammatico il rito d’iniziazione. In questo senso i riti sono come la Messa cattolica: teologicamente parlando, i cattolici nel corso della Messa mangiano la carne di Cristo e bevono il suo sangue. Ma, abituati come siamo a questi riti, non ci verrebbe mai in mente di prenderli alla lettera e di vedere i credenti come dei cannibali. E proprio come la Messa per i cattolici, il rito d’iniziazione per i Massoni può essere un momento fortemente emotivo, il sigillo di un nuovo senso di appartenenza e una nuova prospettiva etica. Non si tratta di una mera operazione di facciata, insomma.

Lei scrive in sostanza che l’Italia in questo ambito gioca un “ruolo centrale” e anche che è il Paese in cui la Massoneria è più, come dire, vituperata. Secondo lei perché? Non può essere che sono tutti complottisti e vedono nero, diciamo che qualche fondo di verità ci sarà pure?

Il mio libro racconta una storia globale della Massoneria. Uno degli scopi di questo approccio è proprio di sprovincializzare l’idea che ci si fa della Massoneria in Italia. Detto questo, alcuni capitoli importanti del libro sono ambientati in Italia perché, se in Italia la Massoneria è quella che è, e quella che viene immaginata di essere, lo dobbiamo ad un insieme di fattori storici particolari. Innanzitutto, c’è la presenza della Chiesa cattolica, nemica storica della Massoneria. La Santa Sede scomunica i massoni per la prima volta nel 1738 perché vede in loro l’eresia, il sovversivismo, la sodomia, e mille altri pericoli. La scomunica vige ancora. Quest’ostilità della Chiesa non può non politicizzare l’appartenenza massonica. In Italia nascono anche i Carbonari e altre organizzazioni politiche para-massoniche - molto più diffuse che altrove. Nel periodo Liberale, dal brodo di coltura delle società segrete risorgimentali nascono le mafie. Nello stesso periodo la Massoneria, facendo leva sull’ostilità della Chiesa al nuovo Stato italiano, esercita la funzione di anticamera della politica, dove si generano i primi scandali. In Italia, col crescere dell’antiparlamentarismo, la Massoneria diventa una metafora di cattiva politica, e la lotta alla Massoneria diventa un cavallo di battaglia degli estremismi. Non a caso, nel 1925, primo tra i regimi autoritari del ‘900, il fascismo abolisce la Massoneria. Nell’Italia della guerra fredda poi, si confrontano due poteri eredi di una ostilità tradizionale nei confronti della Massoneria, la DC e il PCI. Per questo motivo la Costituzione ha un articolo che vieta le associazioni segrete. E di questa debolezza della Massoneria, e della nostalgia dei dirigenti del Grande Oriente per l’età d’oro della Massoneria nell’Italia liberale, Licio Gelli approfitta per ricostruire la P2, facendone un centro di affarismo e di sovversivismo antidemocratico. In nessun altro paese del mondo la Massoneria ha avuto una storia così variegata e drammatica.

E invece in Inghilterra com'è vista? 

Stranamente, nella culla della Massoneria, ci sono dei paragoni con la situazione italiana post-P2. Nel corso degli anni ’70 e ’80, grazie ad una serie di scandali nella polizia, si afferma nell’opinione pubblica un’immagine della Massoneria come centro di corruzione e di affarismo. Si tratta in questo caso di forme di corruzione gravissime, tra le quali legami tra poliziotti e violentissimi rapinatori in banca. Segue un’inchiesta parlamentare che, dopo diversi anni, scagiona completamente la Massoneria. Le voci di un’influenza illegittima dei Massoni sulla polizia e sulla magistratura hanno origine nel lavoro di un sedicente giornalista investigativo, Stephen Knight, che in realtà è un fanatico dei complotti che, poco dopo aver pubblicato il suo libro, si dedica ad uno strano culto indù e muore di cancro perché rifiuta di accettare la medicina occidentale. Ma il danno è già fatto. Tuttora in Inghilterra, come in Italia, molti vedono nella Massoneria solo affarismo, e lo scambio di favori.

Le lancio il termine “logge deviate” che si usa molto dalle nostre parti, su questo cosa pensa? 

In questo termine, usato talvolta in modo fuorviante, vedo la confusione di due elementi. Prima di tutto, è l’etichetta più diffusa usata per logge spurie e fasulle, cioè quelle inventate al di fuori del controllo delle maggiori ubbidienze, Grande Oriente d’Italia e Gran Loggia d’Italia. Ripeto: non esiste nessuna brevetta massonica. Spuntano un po’ ovunque logge di questo tipo, con scopi molto diversi. Delle volte nascono come sottoprodotto degli eterni litigi all’interno della Massoneria ortodossa. Possono nascere anche coll’intento di truffare gli ingenui e appropriarsi dei soldi per le iscrizioni. Non è soltanto in Italia che succedono cose del genere: negli Stati Uniti, la Massoneria “Prince Hall” (cioè la Massoneria afro-americana) storicamente ha avuto grossi problemi con logge spurie. Il termine ‘loggia deviata’ nasce anche dalla storia della P2 e dal gergo della Massoneria stessa. La Loggia Propaganda, nata negli anni ’70 dell’Ottocento, è originariamente una loggia “coperta”, il che significa che è alle dirette dipendenze del Gran Maestro e che non è aperta a chiunque come le logge normali. Si tratta di un meccanismo “costituzionale” della Massoneria per accontentare persone influenti (Francesco Crispi, Giosuè Carducci…) che non hanno tempo da sprecare con le interminabili riunioni delle logge normali, territoriali, e che non vogliono essere tampinati dai fratelli più umili. E’ proprio questo meccanismo costituzionale, che garantisce un’enorme autonomia a chi ha in mano le redini della Loggia P2, che permetterà a Licio Gelli di farne una loggia “deviata”. Tra la confusione di queste due idee nasce la convinzione dietrologica che spesso si esprime attraverso l’idea di loggia deviata: se in apparenza la Massoneria ortodossa è innocua, e i Massoni sembrano cittadini come gli altri, sarà perché dietro di loro ci sono sempre le logge deviate. E’ uno dei meccanismi principali del complottismo, come ho spiegato: è in questo modo che la mentalità complottistica si rende immune da qualsiasi prova contraria.

Il “fenomeno” Gelli-P2 secondo lei e stato compreso realmente? Nel libro avanza qualche dubbio… La Commissione Anselmi nel nostro Paese ha cercato di scandagliare ogni angolo di questo mondo in molta parte occulto, secondo lei che risultati ha prodotto? 

I dubbi sono d’obbligo: del resto persino Tina Anselmi, con ammirevole onestà intellettuale, ha espresso molte incertezze nel suo rapporto. Come si fa ad essere certi al 100% su una vicenda dove la Commissione parlamentare d’inchiesta produce addirittura cinque rapporti di minoranza? Detto questo, non sono per niente un innocentista. La P2 sotto Gelli diventa un potente centro di affarismo, di corruzione, e di sovversivismo antidemocratico. Ma la formula P2 = Massoneria mi sembra semplicistica. La P2 di Gelli nasce in un contesto molto particolare caratterizzato dalla Guerra fredda e gli anni di piombo. Gelli riesce a fare quello che ha fatto perché ha approfittato del meccanismo costituzionale della loggia “coperta” per disattivare gli anticorpi che la Massoneria ha per difendersi dalla corruzione. Per esempio, nella P2 i fratelli non si possono contattare, non si conoscono, se non attraverso Gelli stesso. Non ci sono riti, dopo la prima iniziazione. Detto in parole povere, Gelli fa della P2 una cosa sua.

Massoneria-'ndrangheta e massoneria-mafia, ovvero l'accostare i liberi muratori a due fenomeni criminali che dalle nostre parti non consentono un reale sviluppo economico sociale dei territori. E' un accostamento sbagliato? Nel libro si occupa sia di Calabria che di Sicilia sul piano criminale, ma secondo lei c'è realmente una sorta di doppio nodo tra le logge deviate con 'ndrangheta e mafia?  

L’esempio recente del processo Gotha è importante in questo senso. Da anni si parlava di un livello “massonico” del potere della ’ndrangheta. Giravano testimonianze preoccupanti, anche di pentiti e di massoni importanti, alcune dirette, ma molte per sentito dire, e spesso contraddittorie l’una coll’altra. Parlavano di una profonda penetrazione della ’ndrangheta all’interno delle logge del Grande Oriente. O di un controllo della ’ndrangheta da parte di elementi massonici. Col solito condimento di logge corrotte, logge deviate, logge coperte. Parlavano di una rete nazionale, o di una concentrazione del fenomeno nella Piana di Gioia Tauro, o sulla Ionica, e via di seguito. Una enorme confusione, insomma, su cui era doveroso fare luce—compito che il processo Gotha si è assunto. E alla fine, almeno secondo le sentenze più recenti, la luce c’è. Ed è una luce abbastanza deludente per i complottisti della situazione. Quello che il processo ha scoperto è un nuovo organo di controllo politico-affaristico della ’ndrangheta, a cui gli ’ndranghetisti stessi fanno riferimento usando diversi nomi: per esempio, “gli Invisibili” o “la Massoneria”. Ma è importante capire che si tratta di una metafora: gli Invisibili non sono letteralmente massoni, la ’ndrangheta non è letteralmente sotto il controllo della Massoneria. Si vede che anche gli ‘ndranghetisti credono nel mito della Massoneria come centralino di tutti gli affari loschi del mondo. Come ha dichiarato pubblicamente il dott. Giuseppe Lombardo, magistrato da anni coinvolto in questa materia: ‘Il rapporto tra la ‘ndrangheta non è un rapporto tra la componente mafiosa e la componente massonica regolare o universalmente conosciuta.’ E’ una conclusione che dovrebbe farci riflettere, e farci tornare con un occhio un po’ più scettico sui casi, in Sicilia e altrove, dove da anni circolano voci su legami tra Massoneria e criminalità organizzata. Prima di tutto, dovrebbe farci porre una domanda ovvia ma non semplice: ma qui cosa s’intende per Massoneria esattamente? Solo nei dettagli dei singoli casi riusciamo ad uscire dall’eterna partita di tennis tra innocentisti e colpevolisti.

Presto sarà a Messina, dove di logge ce ne sono parecchie, l’ha contattata qualcuno per incontrarla? 

Nel corso delle mie ricerche e del lancio del mio libro, che è stato tradotto in 10 lingue, ho avuto un dialogo molto proficuo con Massoni di moltissimi paesi diversi. Un aspetto molto interessante della Massoneria come oggetto di studio per uno storico è il fatto che i Massoni ci tengono a conoscere la propria storia e le proprie tradizioni. Infatti, il panorama massonico italiano si distingue per la presenza di storici validissimi. Dunque sono molto curioso di vedere cosa ne pensano del mio libro, e non vedo nessun motivo perché il mio dialogo con i Massoni non dovrebbe continuare anche qui. Detto questo, non mi considero né un simpatizzante né un difensore della Massoneria, in qualunque forma essa si possa esprimere. La Massoneria inglese, per esempio, non ha mai fatto i conti con la propria complicità con i crimini dell’imperialismo. La Massoneria tedesca ha sempre preferito atteggiarsi a vittima della repressione nazista, quando invece molte logge tedesche esprimevano forme odiose di antisemitismo molto prima dell’arrivo al potere di Hitler. La Massoneria americana è da sempre caratterizzata dal razzismo nei confronti dei neri. Il Grande Oriente non ha mai fatto i conti con le sue responsabilità nella vicenda P2, e la leadership non prende con la dovuta serietà il rischio di infiltrazioni mafiose. E la stragrande maggioranza delle Massonerie del mondo ha un pesante retaggio di maschilismo.

L'appuntamento

Il prof. John Dickie sarà domani martedì 10 maggio 2022 alle ore 16.30, nella Sala dell'Accademia Peloritana dei Pericolanti (Rettorato dell'Università degli Studi di Messina, Piazza Pugliatti, Messina) per discutere del suo ultimo libro "Liberi Muratori. Storia mondiale della Massoneria" (Laterza 2021), con il presidente della Società di Storia Patria di Messina, il prof. Salvatore Bottari, e con gli storici e docenti universitari Giuseppe Bottaro e Luigi Chiara. L'iniziativa è promossa dalla Società di Storia Patria in collaborazione con il Dottorato di Scienze Politiche dell'Università degli Studi di Messina, il Dottorato in Scienze Umanistiche dell'Università degli Studi di Messina e il Comitato Provinciale di Messina dell'Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano.

 

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