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Il buio dietro le quinte e una sala a metà: una brillante commedia in scena a Messina

Da una parte l'interpretazione di un'opera di Shakespeare, dall'altra la vita del camerino

I tre protagonisti. Melania Codella, Valerio Castriziani e il barcellonese Tommaso D'Alia

“Mezza sala. Il buio dietro le quinte” è una commedia brillante, andata in scena sabato scorso come spettacolo ospitato dal Teatro Vittorio Emanuele; scritto e interpretato da Valerio Castriziani, Melania Codella, Tommaso D’Alia, con la regia di Silvia Parasiliti Collazzo e aiuto regia  di Claudia Ligorio, le musiche  di Flavio D’agostino, Ivan Rebroff e Erik Satie. Una perfomance basata su un filo originale che divide il palcoscenico in due parti, tematicamente e materialmente.

Da una parte va in scena il “Romeo e Giulietta” di Shakespeare, dall’altra il camerino in cui si muovono gli attori fuoriscena mentre si vestono, spogliano si arrabbiano, si stupiscono. In un mare di imprevisti vanno in scena i tre protagonisti muovendosi con disinvoltura tra realtà e finzione, verità e artificio, rapporti di vita e di arte, bisogno di amore e di potere.

Una mezza scena illuminata con luce calda e soffusa e una mezza dominata da luce fredda e chirurgica, dove la prestazione artistica è pervasa da emozioni, istinti, tranelli, fragilità della vita reale che con i suoi labirinti entra anche nell’altra metà della sala. L’arte rappresenta sentimenti sublimati, mentre nella vita, vanità, mistificazione, silenzi, omertà, si rivelano più netti e spietati dell’invenzione letteraria.

Quando gli attori dismettono i panni dei personaggi, sono uomini o donne preda di sentimenti positivi e negativi, di forze opposte ma vere. E se Edoardo Orefice di Brema si mostra da una parte, altero nei panni del primo attore, nella realtà si fa dominare dalla scaramanzia quando perde il suo porta fortuna, un calzino colorato che ha pure un nome e vuole legami e rapporti servili che accrescano il suo egotismo. Diletta è maldestra, pasticciona, ma sensibile, sinceramente innamorata. Seneca è il più istrionico, punta allo stesso maestro verso cui si mostra estimatore premuroso e per il quale non esita a seminare trappoli, fino a interpretare con l’inganno Giulietta.

Un ritratto ironico ne esce, che è autoritratto dei teatranti e della loro umanità. E’ sottile la linea che separa il camerino dal palcoscenico ma forte la pasta dei sentimenti, che sostengono tanto gli slanci di Giulietta quanto i battiti di Diletta; lo stesso amore e la stessa morte, la stessa passione e lo stesso annullamento. Illusione e disillusione, lealtà e inganno, amicizia e tradimento si annidano nell’uomo, sia quello cantato dal Bardo inglese che quello di un giovane contemporaneo.
Tre gli attori in scena, che interpretano altrettanti attori, nel ruolo di Emma c’è Melania M. Codella, in scena Giulietta ; Eduardo è Valerio Castriziani, nel ruolo di Romeo e Seneca invece è Tommaso D’Alia che interpreta Mercuzio e tanti altri personaggi. Quest’ultimo, l’unico siciliano, è il più maturo nella recitazione, per disinvoltura, presenza scenica, versatilità; un talento naturale anche se, sicuramente, corroborato dal percorso formativo. La produzione dello spettacolo è di “Controtempo Theatre”, una giovane compagnia nata nel 2020 dai tre attori, che ha al suo attivo anche un cortometraggio cinematografico, che partecipando al Vertical Movie Festival, ha ricevuto il premio Social per il video più visualizzato.

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