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Messina, Gonciaruk e il ruolo pedagogico del teatro in carcere

Il Festival dello Stretto a Messina: in scena “sulle” sbarre. Uno spettacolo che unisce la realtà messinese a quella catanese

Festival dello Stretto diretto dall’attore e regista Daniele Gonciaruk nella seconda tappa del suo percorso - ricco di spunti di ricerca e sperimentazione in chiave contemporanea -, ha previsto la messa in scena dello spettacolo “Sogno di una note a Bicocca”, una pièce in prima visione messinese, scritto e diretto da Francesca Ferro, figlia del grandissimo Turi (a cui Gonciaruk ha dedicato un documentario biografico di successo), che ha visto all’Auditorium del PalAntonello la compagnia di Catania “Teatro mobile”.
Uno spettacolo che unisce così la realtà teatrale messinese a quella catanese, nello spirito del Festival che ha come obiettivo anche quello di aprirsi a nuovi territori e sguardi, partendo dall’area dello Stretto e al ricco mondo artistico siciliano. Un’altra mission della rassegna è sicuramente quella di dare spazio a compagnie d’avanguardia e ricche di giovani talenti emergenti, sempre con l’idea di portare il “verbo” del Bardo agli spettatori più giovani, usando linguaggi e stili adeguati.
La compagnia catanese è riuscita a ricreare in modo originale la mission di 11 detenuti desiderosi di portare in scena il “Sogno” shakesperiano. Siamo di fronte ancora una volta al teatro, ambientato in un carcere , una dimensione “proibita che trova nel teatro elementi di libertà creativa, di sogno e anche redenzione. Teatro civile che trova nella classicità una chiave nuova.

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