Un sapiente mix di commedia e dramma nella vicenda di riscatto narrata con garbata ironia nel film fuori concorso “La signora delle rose”, di Pierre Pinaud, applaudito nella serata dell’1 luglio al Teatro Antico. Il regista e la protagonista Catherine Frot, nella mattinata di ieri, hanno incontrato la stampa. Nel film, la star di “Aria di famiglia”, “La cena dei cretini” e “La voltapagine” è Eve Vernet, creatrice di rose profondamente dedita a portare avanti il lavoro cui il padre ha dedicato tutta la vita con amore e passione. Un tempo prestigiosa, l’attività di famiglia è sull’orlo della bancarotta; però la donna non è affatto disposta a cedere l’azienda alla multinazionale di Lamarzelle (Vincent Dedienne), uomo d’affari interessato solo al profitto. Grazie all’intervento della sua segretaria Vera (Olivia Còte), forse si presenterà l’occasione per risolvere il problema. Una pellicola calzante, in questo festival dedicato alle donne, che ricorda un’altra interpretazione della Frot, “La cuoca del presidente” del 2013, con qualche differenza. «I punti in comune riguardano il carattere del personaggio - ha affermato l’attrice francese - che riesce a creare con tanto coraggio qualcosa di assolutamente originale». La Frot ha parlato inoltre della forte propensione del cinema d’oltralpe per ruoli femminili non stereotipati: «In Francia ci sono molte più produzioni rispetto all’Italia e inevitabilmente le opportunità per le attrici aumentano, come è stato capace di fare Pierre». «Il film mostra due mondi – ha spiegato il regista - da un lato una persona di estrema perizia che ha ereditato una passione conosciuta in tutto il mondo, dall’altro, un gruppo di persone assolutamente emarginate che non hanno un posto e un riconoscimento nella società, non hanno un mestiere, un’abilità o una capacità e sanno ancora meno di orticoltura. Il messaggio portante del film è che ciascuno di noi se riesce a guardare l’altro e creare uno scambio, attraverso un incoraggiamento reciproco, può trovare un suo posto nella società». Autobiografica l’ispirazione per la storia, che ritrae la vicenda in un ambiente inusuale. «Per me c’è un legame fortissimo tra il film e l’esperienza di quando a me e mio fratello è stato regalato da piccoli un pezzo del giardino dei miei nonni – svela il regista - Lì è nata la passione per la coltivazione dei fiori e percepivo forte il desiderio di mia nonna di trasmettere l’amore per un mestiere così significativo. Questo dono della “trasmissione” che è stato fatto a me è quello che io regalo alla protagonista, la quale ha ereditato da parte del padre la passione per la coltivazione delle rose». Il film uscirà in Italia l’11 novembre, distribuito da Wonder Pictures.