Un affascinante sillabario di storie nascoste sul mito, raccontato passeggiando con la penna tra le pagine del mondo, della Sicilia e della provincia messinese. Da Omero a Ulisse, dai Templari alla Sindone, da Garibaldi all’antico e ancora oscuro Egitto, dalla Sacra Sindone alla Madonna di Tindari. Per poi comprendere che al centro si torna sempre all’uomo e ai suoi gesti quotidiani, tra sacro e profano. Una scrittura però non dotta o noiosa, ma semplice e accessibile a tutti, intrigante, che riesce a coinvolgere il lettore.
È molto interessante l’ultima fatica letteraria di Michele Manfredi Gigliotti, che s’intitola “Variae Historiae-Fragmenta II”, per i tipi di Edizioni Agemina, e si legge d’un fiato nonostante le quasi cinquecento pagine.
Calabrese d’origine ma siciliano ormai di lunga adozione, di professione “ufficiale” avvocato, allievo del grande Pietro Pisani, in realtà, come egli stesso afferma, scrittore nell’anima per raccontare i fatti della sua “nuova terra”, la Sicilia, Manfredi Gigliotti è alla sua ennesima fatica letteraria dopo aver spaziato in più generi, dal romanzo, al racconto storico, al saggio.
E viaggiando con le sue parole possiamo ricostruire i perché delle tante madonne nere che disseminano religiosamente la nostra terra, oppure comprendere la storia leggendaria di Agatino-Agatirso, che altri non è che la splendida Capo d’Orlando, oppure recuperare con la memoria il viaggio del grande arabo ’al-Idrisi, antesignano dei giramondo descrittori, che passò anche dalle nostre parti, in questo caso al monastero di S. Filippo di Demenna. Il capitolo che racconta l’origine di Tindari e i fatti della villa romana di Patti Marina, sito archeologico di grande rilevanza, ci riporta poi all’epopea di Verre, Gneo Pompeo e Cicerone.
Ma è forse il capitolo dedicato alla storia infinita e nobile di San Marco d’Alunzio - azzardiamo - il suo preferito: «San Marco d’Alunzio - scrive -, è un paese della Città metropolitana di Messina che vanta, con pochissimi altri, una storia nobilissima e, soprattutto, dagli inizi retrodatabili da perdersi nella notte dei tempi. Molto prima che l’insediamento assumesse la denominazione di Alontion esisteva già una realtà insediativa di natura primordiale, della quale ci sono pervenute notizie sparute e incerte e altrettante testimonianze archeologiche ottriateci con il contagocce».
Molto interessante, e non soltanto per gli addetti ai lavori, e per fare un altro esempio, è il capitolo dedicato al “Mistero dei Misteri Eleusini”, anche se l’incipit non lascia speranze: «Non potremo conoscere mai più il segreto racchiuso tra le mura di Eleusi». Questa vicenda della città greca affascina da secoli studiosi di tutto il mondo ed ha qualche convergenza con alcuni ritrovamenti archeologici avvenuti dalle nostre parti.
Ma tra le pagine del libro ci sono parecchi altri capitoli dedicati a luoghi geograficamente lontani dalle nostre terre, come “Il mistero di Oak Island”, oppure “La Sapienza dell’antico Egitto”, o “Notre Dame de Chartes. Interpretazione di un simbolo”, o ancora “Il tesoro di Re Salomone” (non diciamo nulla sul punto per non disvelare i racconti).
Un cenno merita poi la ricostruzione puntuale e argomentata di alcuni fatti di casa nostra, come “L’eccidio di Fantina del 1862”, “Lo sbarco dei Mille e i fatti di Alcara Li Fusi del 1860”, ed ancora “I fatti di Brolo del 1921”, oppure il godibilissimo “L’usurpazione delle terre di Alcara Li Fusi, un caso giudiziario d’un secolo fa”. Raccontare il passato serve, eccome, al nostro presente.
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