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Il vocal coach gioiosano Marco Vito e il brano "Otto marzo”: inno per tutte le donne

«In fin dei conti la vita è come un viaggio, comincia con un pianto dopo l'atterraggio, facciamo giri immensi ed ogni coincidenza che perdiamo è un nuovo punto di partenza. In fin dei conti noi siamo di passaggio, come le rondini, come l'8 marzo, e non basta ricordare di una festa con un fiore se qualcuno lo calpesta». Potrebbe diventare un inno senza tempo da dedicare alle proprie madri, sorelle, e agli effetti più cari, perché “8 marzo”, portata da Tecla Insolia su uno dei palchi più prestigiosi e più ambiti della musica italiana, l'Ariston, è davvero una specchio in cui confrontarsi e vedere tutto quello che le donne vivono ancora oggi. E in fondo, tutti o quasi capiscono che davvero «non basta ricordare che è una festa con un fiore se qualcuno lo calpesta».

E proprio il maestro Marco Vito, gioiosano doc, direttore d'orchestra della scorsa edizione di "Amici", apprezzato vocal coach del panorama televisivo nazionale, è uno degli autori che hanno firmato la canzone che ha ricevuto più riconoscimenti tra le nuove proposte in questa settantesima edizione della seguitissima kermesse canora. Un percorso di successo il suo, che continua e si arricchisce di nuove esperienze.

«“Otto marzo” - ha raccontato Marco - è un brano steso inizialmente da due miei amici e due grandi autori, Piero Romitelli e Rory Di Benedetto, che hanno conquistato centinaia di dischi di platino scrivendo per i più grandi cantanti italiani. E quando abbiamo iniziato a cercare un brano per Tecla, un'artista che seguo da tanti anni, dai tempi dell' Accademia “Le Muse” di Gianna Martorella, e che ha cantato con me anche a Gioiosa Marea, ho parlato subito con loro che avevano messo su carta questo testo che parlava della forze delle donne, ma era un po' in fase embrionale, e dovevamo anche rivederlo secondo l'ottica di una ragazza di 16 anni. Sono entrato a far parte della squadra assieme a Emilio Munda e Rosario Canale. Il testo lo abbiamo modificato proprio per non appesantirlo e far passare il messaggio bello: quello delle donne che affrontano la vita di tutti i giorni rimanendo sempre in piedi. Non siamo partiti , dunque, dal problema della violenza, o della discriminazione, ma dalla bellezza di essere donna. Nonostante tutto. E secondo me questo spostamento di attenzione è stato fondamentale».

Tanti sono stati i riconoscimenti: «Mi sento particolarmente orgoglioso perché Sanremo per chiunque faccia musica è sempre un grande faro. Per me non è stata la prima volta, ho avuto la fortuna di andarci ospite con Riccardo Cocciante per ben due volte, ma devo dire che sentirmi nominare tra gli autori mi ha lasciato un' emozione indescrivibile. Sapere che “8 marzo” è uno dei brani più passati in radio ci ha inorgoglito e emozionato ancora di più».

Il brano proprio oggi dovrebbe essere riproposto a “Domenica In”, mentre Marco continua il suo “viaggio”: «Lavoro nella formazione in tante accademie in tutta Italia e seguo molti talenti. A ottobre sarò negli Usa, per “New York canta”, evento prestigioso, che organizza anche Rai Italia».

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