Massimo Lopez e Tullio Solenghi tornano insieme sul palco dopo 15 anni come due vecchi amici che si ritrovano, in uno show di cui sono interpreti ed autori, coadiuvati dalla Jazz Company del maestro Gabriele Comeglio. Ne scaturisce una scoppiettante carrellata di voci, imitazioni, sketch, performance musicali, improvvisazioni ed interazioni col pubblico.
In quasi due ore di spettacolo, Tullio e Massimo, da “vecchie volpi del palcoscenico”, si offrono alla platea con l’empatia spassosa ed emozionale del loro inconfondibile “marchio di fabbrica”: il divertimento è predominante, ma non mancheranno momenti di profonda emozione.
L’appuntamento è per la “prima”, domani alle 21, al Teatro Vittorio Emanuele di Messina. Seguiranno le repliche di sabato, alle 21 e di domenica 16 febbraio, alle 17.30.
In tempi di riciclaggi e musical creati sulla scia di rassicuranti quanto noti cult cinematografici; ecco emergere la sfida più avvincente di questa stagione: dopo una pausa di quindici anni, il 2018 vede il ritorno in coppia del duo Lopez e Solenghi, più graffianti e folli che mai, pronti ad attaccare tic ed egocentrismi d’artista (l’unica cosa che resta immutata nei tempi). Un repertorio d’alto profilo, (quanto mai raro oggi) e accompagnato dalla presenza, in scena dalla Jazz company di Gabriele Comeglio. Un ensemble ardito e fantasioso pronto a seguire, per la parte musicale, lo stesso climax di improvvisazione e anarchia creato dai due vecchi compari di palco.
Vanto supremo del Lopez e Solenghi Show resta tuttavia la scelta d’impostare le performance, in scena, su una forma di comicità rara ed elegante: canzoni, gag fulminee e imitazioni seguono il fil rosso ideale di una comicità nonsense quanto ricca di citazioni e in continua evoluzione verso situazioni sempre più paradossali e inaspettate: (una per tutte è lo sketch di Papa Francesco e Papa Ratzinger a confronto, calati nella realtà di un ménage domestico); una comicità suscitata dalle differenze dei due artisti e tradotta agli occhi della platea in legame indissolubile; Intimità espressa anche in forma di omaggio alla cifra stilistica del trio ai tempi della lettura di Cechov, Pirandello e Manzoni? … Certo! Ma anche pensiero vivificante e mai declinato in forma di “amarcord forzato” o ricattatorio. Piacere e divertimento del pubblico vivono anche di una sottile punta di nostalgia e della percezione, in ogni parola o canzone, dell’essenza sempre presente dello spirito allegro di Anna Marchesini. Coinvolgente e commovente l’omaggio finale, dedicato all’ex compagna di scena.
Ardimentoso e sempre complesso è proporre canzoni in uno show teatrale. Il più delle volte, si rischia di spezzare il ritmo in scena in una sorta di micro unità e mettere a dura prova l’attenzione degli spettatori. A Lopez e Solenghi va il merito di creare una linea temporale, coesa e fluidamente strutturata fra performance canore e brani di prosa: nello sketch su Sanremo l’omaggio coatto e insistente di Modugno (Lopez) interrotto da occasionali intermezzi spazientiti di Baudo (Solenghi). Ancora più emblematica è la sfida fra “classico e moderno”, in apertura di spettacolo: polemicamente proposta dai due amici: meglio Michael Bublé o un caro e vecchio Amleto di repertorio con tanto di toupet di scena mantello e teschio? Al pubblico l’ardua sentenza…
Platea e pubblico partecipi, numerose uscite in scena e bis concessi con la cordialità e la naturalezza di vecchi amici, in fase di riluttante congedo. Spettacolo vivamente consigliato a tutti ma soprattutto a quanti sono cresciuti nella memoria di uno stile comico dai toni eclettici e graffianti.
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