Si incontrarono o no? L'interrogativo a distanza di tanto tempo resta ancora senza risposta. C'è chi dice di sì, c'è chi invece nega in maniera risoluta che no, quell'incontro proprio non c'è mai stato. Nessuno dei due, peraltro, ha mai scritto esplicitamente o fatto intendere che il fatidico incontro (riappacificatore o meno) sia mai avvenuto. Eppure non erano mai stati così vicini fisicamente da quando la loro amicizia si era improvvisamente interrotta. Parliamo di Friedrich Nietzsche e Richard Wagner, che nell'aprile del 1882 si trovarono per motivi diversi a Messina. A poche centinaia di metri l'uno dall'altro. Per tre giorni. Quando Wagner arrivò in città in treno la sera del 10 aprile da Acireale, Nietzsche si trovava già a Messina, dove era approdato il 31 marzo da Genova in cattive condizioni fisiche, tanto da essere sbarcato dalla nave in barella e condotto in un albergo che si affacciava su piazza Duomo (probabile si trattasse del Belvedere al n. 4 di via I Settembre). Wagner nella cittadina etnea vi era arrivato da Palermo, dove aveva soggiornato assieme all'amatissima seconda moglie Cosima (figlia di Franz Liszt) e tutti i figli dal novembre 1881 al 19 marzo 1882. Ai piedi di Monte Pellegrino il grande compositore completò il Parsifal, il suo ultimo dramma musicale, che sarebbe stato messo in scena il 26 luglio successivo al Festival di Bayreuth. A Messina era giunto per imbarcarsi per Napoli, cosa che fece il pomeriggio del 13 aprile. Il filosofo a Messina era venuto da solo. Da tempo accarezzava l'idea di andare “alla fine del mondo”, come scrisse all'amico musicista Peter Gast, e la Sicilia faceva al caso suo. Aveva letto Goethe e il suo “Viaggio in Italia” e pensava di trascorrere a Messina almeno un anno della sua vita. Purtroppo le cose non andarono come aveva desiderato e solo 20 giorni dopo anche lui partì per Roma dove incontrò Lou von Salomè. A costringerlo a lasciare Messina fu lo scirocco, che acuì i suoi problemi di salute, tanto da rendergli impossibile la permanenza. I Wagner a Messina alloggiarono all'Hotel Vittoria, in via Garibaldi. E mentre Cosima portava i figli nella bellissima chiesa di San Gregorio, a monte dell'attuale via XXIV Maggio, ad ammirare il polittico di Antonello da Messina, Richard andò a visitare la Cattedrale. Nietzsche scrisse alla sorella Elisabeth che la sua stanza d'albergo era bella e confortevole. Le raccontò che da essa vedeva il Duomo e le montagne della Calabria. Possibile, si chiedono gli studiosi, che Nietzsche non abbia visto il suo ex amico passeggiare e sostare davanti alla bellissima cattedrale? Possibile, più verosimilmente, non abbia saputo che Wagner fosse giunto a Messina, dato che ne aveva scritto il giornale cittadino, la Gazzetta di Messina e che in città la notizia aveva destato un certo clamore? È più probabile pensare, però, che fosse Wagner a essere completamente all'oscuro dei movimenti del giovane filosofo, con il quale aveva condiviso la stessa visione del mondo e l'amore per l'arte. E questo perché della presenza di Nietzsche in città nessuno dei consoli tedeschi ha mai fatto cenno (il consolato aveva la sede in via I Settembre 107). Certo egli, che all'epoca aveva 38 anni, non era famoso come Wagner, ma godeva già di una certa notorietà. Quello che sembra probabile è che Nietzsche sia venuto a Messina in incognito e che le sue altalenanti condizioni di salute non gli abbiano permesso di fare vita di società o di prendere contatti con la numerosa e qualificata colonia tedesca a Messina. O forse, avendo saputo della presenza di Wagner in città, abbia esitato a incontrarlo per un chiarimento e per riconciliarsi. La rottura tra i due grandi intellettuali era avvenuta negli anni Settanta dell'Ottocento. Quali le cause non è dato sapere con certezza, due le ipotesi più accreditate: l'avvicinamento di Wagner alla fede e il sospetto venuto a tanti studiosi che l'autore di “Così parlò Zarathustra” si fosse innamorato perdutamente di Cosima, che ammirava sopra ogni altra cosa. Comunque è intrigante immaginare che i due si siano potuti incontrare proprio a piazza Duomo, nel centro di Messina, o che i loro sguardi anche per un istante si siano incrociati mentre Wagner passeggiava e Nietzsche si trovava alla finestra del suo albergo ad ammirare la Cattedrale e la Calabria al di là del mare. E magari sperare che grazie a quello sguardo reciproco, complice la bellezza della Sicilia e il mito della classicità che entrambi avevano cercato venendo al confine tra Occidente e Oriente - chissà quante volte ne avevano parlato durante le loro discussioni -, potessero svanire come per incanto la delusione e il rancore che li avevano divisi. Un'occasione irripetibile se si pensa poi che Wagner morì nel febbraio del 1883. Resta l'incredibile coincidenza (?) che i due giganti del pensiero e dell'arte, ormai raffreddata l'antica amicizia e mai più incontratisi, siano stati proprio a Messina nello stesso periodo della loro vita, come se qualche forza misteriosa li avesse spinti a dividere per qualche giorno la stessa città e gli stessi panorami. E che questo sia avvenuto a Messina, in Sicilia, è per noi motivo di vanto.