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Sebastiano Paterniti, portiere e cantautore: testimonial di una Tortorici diversa

“Preferirei non parlare con chi non può sentire”. É una frase simbolo. Spesso mi capita, e mi è capitato, di dovermi rapportare con persone che non mi capissero, che non volessero capire, o che testardamente erano chiuse nelle loro idee. E da lì il desiderio di evitare qualsiasi discussione perché si sarebbe rivelata controproducente». I guanti che ogni domenica indossa per difendere l'area di rigore non ha intenzione di appenderli al chiodo. Ma tra una parata e l'altra, in attesa della prossima sfida, la musica gli ha permesso di esprimere sé stesso.

Sebastiano Paterniti, nativo di Messina ma tortoriciano doc, al suo lungo curriculum come portiere, può aggiungere un nuovo curioso ruolo: quello di cantautore. E alla sua uscita, in sole 48 ore, il suo primo singolo, “Preferirei”, disponibile su tutti gli store on-line ha già raggiunto più di 4.500 visualizzazioni su youtube.

Un testo intenso, introspettivo, scritto e composto interamente di suo pugno: «Questo brano - racconta Sebastiano - nasce , come gli altri che ho scritto e che ancora devono vedere luce, da un momento in cui avevo bisogno di esprimermi e di dire qualcosa , ma soprattutto avevo la necessità che le parole fossero adagiate su qualche nota. Non so dire altro, non so se sia possibile spiegare, ma si cerca di trovare un accordo, un equilibrio». La passione però è nata sin da bambino, quando frequentava le elementari: « Da piccolo - continua nel racconto - andavo a lezioni private di pianoforte e cantavo con altri bimbi in un coro. Poi è seguito un periodo di stasi, e infine un crescendo dopo i vent'anni, con la prima chitarra classica, le prime note, tanta pratica da solo e in compagnia».

Un giorno però, nel 2015, assieme ad altri amici, per puro diletto, ha creato un gruppo di musica live, i “Beer Brothers Band”. E tantissime sono state le serate in cui si è esibito a Messina e in provincia. Bruciava tanta passione e andava maturando l'idea che sarebbe stato possibile non solo riprodurre testi cantati da altri: «Con i ragazzi ho imparato molto musicalmente e soprattutto ho superato lo scoglio piu difficile: esibirmi in pubblico. Ogni serata era una festa e non vedevamo l'ora di divertirci insieme, in giro per locali o piazze. Il desiderio di scrivere qualcosa di mio é nato anche grazie a loro e alle esperienze fatte insieme. Cantavo musica di altre persone e mi sono detto: perché non cantare qualcosa di mio?».

Innamorato della musica italiana e dei maestri De André, De Gregori, Guccini, Capossela, Fabi e icone come Vasco e Ligabue, solo per citarne alcuni, ha accettato anche la grande sfida non solo di scrivere testo e musica delle sue canzoni ma anche di lanciarsi nell' autoproduzione, grazie anche al grande supporto del maestro Giuseppe Faranda, con la consapevolezza che un sogno va protetto: «Credo che ci sia bisogno di una grande forza di volontà ma con internet, oggi, si può fare tutto e si può imparare tutto, basta solo volerlo. Le difficoltà sono molte ed é facile sbagliare. Non credo alle cose che piovono dal cielo, ma bisogna darsi da fare per fare sì che le cose accadano. Sempre in maniera positiva e correndo dei rischi, inevitabilmente. E io ci sto mettendo la faccia scommettendo su di me».

Ma la faccia e il carattere Sebastiano li ha sempre messi pure in campo, sin da quando sognava di esordire in serie A con la maglia del Messina, ammirando il suo idolo Marco Storari. Dopo la trafila nel settore giovanile dei giallorossi, tanta Eccellenza e Serie D lo hanno visto protagonista. E le soddisfazioni non sono certo mancate, dai campionati vinti, alla conquista del pallone d' oro siciliano, fino al grande salto nel mondo del beach soccer, dove ha brillato con la maglia del Catania, alzando trofei e entrando stabilmente nel giro della nazionale.

Mentre il suo presente è legato alla difesa dei pali dell'Akragas, la squadra di Agrigento: «Calcio e musica non sono due cose che viaggiano di pari passo, non so come andrà la mia vita e cosa succederà, però spero di non lasciare nessuna delle due strade. Col pallone ho avuto tante soddisfazioni e anche qualche rimpianto come il mancato esordio in Serie B a Messina. Adesso ad Agrigento sono contento». Il giovane che si reputa un eterno allievo sa che la strada è lunga, e ringrazia la sua famiglia che rappresenta “le radici del suo albero”, spesso silenziose ma sempre presenti.

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