Bisogna ringraziare Giusi Parisi, giornalista messinese del “Giornale di Sicilia”, per aver raccolto in un volume - dal titolo emblematico di “È la stampa, bellezze!” (edito da Leima di Palermo, il ricavato va all’Airc) - tante “voci” giornalistiche siciliane “al femminile” che permettono di percepire il respiro genuino, quotidiano, palpitante di questa professione, che rappresenta una missione civile, sociale e culturale, anche per chi vive nel precariato costante. Il libro è stato al centro del secondo incontro della rassegna culturale “100Sicilie-Anteprima libri” tenutasi nel “salottino” della Bottega d’arte “Martines” di via Ghibellina. Sono intervenute le giornaliste Giusi Parisi, Giada Drocker, che opera a Ragusa, e Pierelisa Rizzo, corrispondente Ansa da Enna. Portando i suoi saluti, il prefetto Maria Carmela Librizzi ha voluto ricordare la valenza del libro, testimone del ruolo della stampa e «di chi ogni giorno documenta la realtà superando tante difficoltà». La coordinatrice della rassegna Milena Romeo ha rilevato come il libro si inserisca nel tema conduttore della rassegna dedicato agli eroi silenziosi di ieri e di oggi, che, tra riscatto e resistenza, cercano di promuovere valori etici e civili di responsabilità. «L’idea del libro nasce dal volere raccogliere delle testimonianze dirette di tante giornaliste free lance e collaboratrici siciliane che raccontano la loro passione per il giornalismo, mettendo su carta la propria anima, protagoniste di un mestiere precario fatto di ricerca, approfondimento, studio costante. Il giornalista rappresenta un’ancora di sicurezza per chi vuole andare oltre la semplice notizia», ha osservato la Parisi, che ha fatto riferimento a un progetto corale. Le testimonianze della Drocker (triestina trapiantata in Sicilia) e della Rizzo (che coniuga l’attività giornalistica con quella di cuoca e ristoratrice), hanno animato il dibattito e le riflessioni su un tema cruciale come quello del ruolo della carta stampata davanti alle nuove tecnologie, ai social, alle fake news. Tanti gli argomenti trattati dalle giornaliste (con il contributo al dibattito della “veterana” Italia Cicciò): l’importanza dell’attenzione ai particolari e della sobrietà, la “magia della parola” (Rizzo) che permette di raccontare storie e eventi con pathos e coinvolgimento, il rapporto intellettuale e emotivo con la scrittura, l’importanza di diffondere il valore della stampa tra i più giovani,la bellezza eterna della carta, la difesa della lingua italiana oltre i tanti anglicismi.