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Taormina Film Fest, Maria Grazia Cucinotta protagonista di "Tutto liscio!"

Maria Grazia Cucinotta

Anche l'attrice messinese Maria Grazia Cucinotta ieri a Taormina, a poche ore dalla chiusura del Film Fest, con una proiezione speciale di “Tutto liscio!”, film di Igor Maltagliati - uscito in sala lo scorso febbraio - proposto al Palacongressi nel pomeriggio. Una commedia che, pur avendo come fil rouge il ballo, il famoso “liscio” romagnolo, sfiora tematiche importanti sui ruoli genitoriali, l'educazione sentimentale delle nuove generazioni, soprattutto al rispetto per la donna e al rifiuto della violenza.

Ambientato in Romagna, patria del celebre ballo, il film parte dalla vicenda di Brando Brown (Piero Maggiò), artista che eredita la band del nonno, i Tutto Liscio, in serie difficoltà. Per scongiurare la fine di questa storica tradizione, la figlia Giulia (Emma Benini) e Jackson (Samuele Sbrighi), componente dell'orchestra, concepiscono un progetto in cui viene coinvolta anche l'ex moglie del cantante, Anna, interpretata dalla Cucinotta.

«È una donna che all'inizio si sacrifica per l'obiettivo di Brando - sottolinea l'attrice - ma poi si arrabbia perché finisce per trascurare Giulia, la figlia, e questo la fa sentire in colpa».

Cosa ti ha fatto innamorare di questa storia?

«Soprattutto l'attaccamento alle tradizioni che Brando rappresenta, perché ucciderle vuol dire far morire una parte di noi stessi. C'è anche un aspetto della trama molto romantico, rappresentato dal mio personaggio, e tanta verità. Infatti si tocca anche il tema dell'educazione sentimentale delle figlie, con i primi fidanzatini, e della necessità di insegnare loro che l'amore non deve essere mai violento. Tutto in modo leggero, ma anche profondo, e un po' crudo».

Perché il regista ha scelto una siciliana doc per un film che parla di tradizioni romagnole?

«Igor mi ha scelta per dare il messaggio che il liscio non è solo in Romagna ma in tutta Italia. Infatti a Rimini e Riccione, dove abbiamo girato, ogni tanto mi chiedevano cosa ci facessi da siciliana in quelle zone. Ma il liscio è internazionale e mi ha fatto scoprire un mondo di uomini e donne single che trovano nel ballo un modo per riscattare se stessi, ma anche per fare sport, importante per la salute e la mente. Si può rinascere attraverso il ballo».

Hai quindi confermato il detto che i romagnoli sono i siciliani del Nord!

«Sono molto accoglienti e ironici e ti fanno senitre subito a casa. Ma la Sicilia è unica al mondo».

Torni al Film Fest dopo l'edizione 2018, dove hai presentato un corto sul bullismo da te prodotto, “Il compleanno di Alice”. Qual è la peculiarità della kermesse taorminese?

«È un festival unico soprattutto per il luogo in cui si svolge. Vedere un film sotto le stelle, al Teatro Antico di Taormina credo sia un'esperienza impossibile da vivere in qualsiasi altra parte del mondo, ed è un'emozione che ti rimane dentro. Inoltre fa parte dei miei ricordi di bambina. Quando iniziava il festival , i giornali si riempivano di foto e storie di star provenienti da tutto il mondo. Ed è così ancora oggi: cornice e contenuti da grande evento. Era infatti un sogno lontano arrivare qui da Messina, come un premio».

Quest'anno è il venticinquennale della scomparsa di Troisi e de “Il Postino”, suo ultimo capolavoro. Qual era la sua genialità?

«L'11 volerò a Salina per i Premi Troisi e sono felice di ricordare Massimo, contribuendo con questo piccolo premio ad onorare l'Isola de “Il Postino”. La sua genialità era essere se stesso, per niente diverso da come lo vedevi sullo schermo. Un uomo semplice e di grande umanità. Non mi ha mai rimproverata o fatta sentire inadeguata, aiutandomi ad affrontare il ruolo. Mi trasmetteva una grande forza, perché era un grande, amato da tutti, veramente unico».

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