«La mia avventura dentro lo Strega è stata donchisciottesca», sorride, Nadia Terranova, l'outsider che con il suo bellissimo “Addio fantasmi” (Einaudi) ha scompaginato strategie e previsioni e stasera sarà una delle protagoniste della finale del Premio Strega (la premiazione al Ninfeo di Villa Giulia, a Roma, in diretta dalle 23 su Rai3, condotta da Pino Strabioli). È stato un lungo cammino, ma forse è stato pure un cammino lampo (che chi viene dallo Stretto conserva una natura bifronte, ancipite e doppia): il romanzo, uscito il 25 settembre, in realtà ha bruciato le tappe, avendo da subito una pioggia di recensioni entusiaste e accendendo l'amore dei lettori, che Nadia Terranova - classe '78, al secondo romanzo dopo “Gli anni al contrario” del 2015 (vincitore, tra l'altro, dei premi Bagutta Opera Prima, Brancati e Bridge Book Award) e diversi libri per ragazzi molto apprezzati - ha incontrato in tutta l'Italia nei mesi scorsi.
«È stato il libro a tirarmi dentro il premio, e non il contrario - mi dice Nadia in una pausa nel vortice di impegni che gli autori della cinquina hanno in questi frenetici giorni. Lei, poi, ha appena vinto Premio Subiaco Città del Libro - . Non c'è stata una pianificazione, non c'era un progetto. C'è stato il libro che a un certo punto è esploso e ha preso su di sé un'attenzione che poi ha portato alla candidatura, al percorso dentro la dozzina e infine dentro la cinquina, in maniera veramente inaspettata. Guardandolo dall'esterno, io lo vedo davvero come un libro outsider. Io ho giocato, mi sono fatta trascinare da questa forza bellissima che il libro ha avuto. Sapevo che il percorso era accidentato, difficile, rischioso. Ma sono stata fiera di essere stata portata dentro la cinquina dalla forza di “Addio fantasmi”».
Un libro che è, anche, un profondo atto d'amore per lo Stretto e per Messina, che stasera vedremo in tv: per ciascun romanzo sarà trasmesso un piccolo video. Per i “fantasmi” andranno in scena il blu profondo del mare, i due piloni gemelli, la “Casa del Puparo”.
«Che gioia, stasera ci sarà anche Messina» dice Nadia, che, tra gli altri, rompe lo stereotipo del messinese in fuga: lei vive e lavora a Roma, il suo cuore e il suo mondo narrativo sono e restano qui. «Mi sembrava anche giusto - dice - che questo libro, dentro questo premio, raccontasse una città, come sappiamo, non molto raccontata, e mi piaceva il fatto che per la prima volta nella cinquina dello Strega ci fosse un libro che parla di Messina. Ha vinto una volta il libro di un messinese, Vincenzo Consolo, ma credo che mai nella cinquina del premio ci sia stato un libro che raccontava la città. È il mio più grande orgoglio: avere portato dentro lo Strega un libro che racconta una città, una Sicilia diversa da quella più spesso narrata, una città che ha motivo per la sua bellezza di essere orgogliosa. La città e lo Stretto, come ci siamo dette tante volte: un luogo che dovrebbe essere patrimonio dell'Umanità, un luogo di una spropositata bellezza che esiste da millenni prima di noi e che ci sopravviverà, e che per il tempo che abbiamo la fortuna e la gioia di passare su questa Terra è un luogo che il più possibile dobbiamo e possiamo abitare».
Il favorito per stasera è Antonio Scurati e il suo Mussolini raccontato in “M. Il figlio del secolo” (Bompiani), e sembra pure che non ci sarà il “duello” con Marco Missiroli (vincitore dello Strega Giovani) e il suo “Fedeltà” (Einaudi), visto che l'exploit di Benedetta Cibrario con “Il rumore del mondo” (Mondadori) gli ha rubato pure il secondo posto in cinquina. Chiude la pattuglia la terza donna, la bravissima Claudia Durastanti con “La straniera” (La Nave di Teseo).
Comunque vada, comunque si mettano voti, parrocchie, strategie e alleanze, lo Stretto sta ricambiando a Nadia Terranova tanto amore (tanti saranno stasera i gruppi di ascolto e le iniziative). E questo è un Premio definitivo.
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