Non solo critiche, ma anche proposte. E un'accorta disamina di cronache politiche capaci di condensare e consacrare un pezzo di storia della Sicilia e di Messina.
Pochi i posti liberi nell'aula magna dell'Ateneo di Messina per la presentazione del libro “Spalle al mare” (Grafo digital Edizioni) di Mario Primo Cavaleri, navigato analista politico che, non a caso, ha scelto l'Università di Messina per la “prima” del suo ultimo volume. A commentarlo, dopo i saluti del rettore Salvatore Cuzzocrea, sono stati il prorettore vicario Giovanni Moschella, il direttore di “Gazzetta del Sud” Alessandro Notarstefano, il vicedirettore responsabile del “Giornale di Sicilia” Marco Romano e il direttore de “La Sicilia” Antonello Piraneo, assieme all'ex presidente della Regione Siciliana Giuseppe Campione.
In “Spalle al mare” Mario Primo Cavaleri, già caposervizio di Gazzetta del Sud, racconta storia, azione politica, colpe e occasioni perdute. Ripercorre vent'anni di cronache, dal 1998 al 2018, in cui Messina e la Sicilia sono state “travolte dal solito destino”, come recita il sottotitolo del libro.
Dopo la prefazione di Pietrangelo Buttafuoco, capitolo dopo capitolo, il volume descrive con dovizia d'analisi tutti quegli snodi cruciali che hanno condizionato la storia siciliana e cittadina, dallo statuto regionale alla conferenza di Messina e, soprattutto, quel fatidico momento, il 1998, in cui la città dello Stretto non è stata in grado di “liberare” quell'abbraccio genetico, ancestrale e indissolubile col mare. Non fa sconti a politici e amministratori regionali e locali, ne mette in luce la poca lungimiranza, ne ammonisce la superficialità, non limitandosi però a una critica stagnante e all’arida lagnanza, spesso tipica delle latitudini meridionali, ma offre al lettore un ventaglio di proposte e di soluzioni che avrebbero potuto e possono ancora cambiare l’attuale finale del libro.
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