Un’analisi ragionata, professionale e concreta del momento attuale. E un progetto molto interessante per il futuro. Otto pagine per “provocare” un dibattito serio intorno al Teatro Vittorio Emanuele. Che ancora è orfano di presidente e Cda. Una vergogna che si trascina ormai da mesi.
C’è tanta “roba” nel piano operativo triennale del Teatro che il sovrintendente Gianfranco Scoglio ha scritto durante le prime settimane in sella alla più importante istituzione culturale della città, dopo aver compreso uomini e cose.
E, come riporta la Gazzetta del Sud in edicola, un’analisi “spietata” di un Teatro che pur essendo il secondo in Europa per ampiezza e struttura del palcoscenico secondo il sovrintendente si è irrimediabilmente chiuso in sé stesso ormai da anni, ha una dotazione organica di personale pletorica, in parte squilibrata verso il basso e senza dirigenti, ed è invece fortemente carente sul versante dei numeri dell’orchestra e del coro. E non ha quasi un euro da spendere dopo aver pagato gli stipendi.
Le carenze numeriche di orchestra e coro non consentono poi il flusso di finanziamenti. Eppure si tratta di un luogo di cultura dalla valenza eccezionale, internazionale, che può avere un grande futuro aprendosi non soltanto al suo territorio di riferimento ma all’Europa. Ecco quindi alcuni passaggi fondamentali della sua relazione, che è suddivisa in tre linee guida: punti di debolezza; punti di forza; azioni strategiche.
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