A un anno dal successo di “Indietro tutta 30 e l’ode”, il trio Renzo Arbore-Nino Frassica-Andrea Delogu torna in prima serata su Rai 2 domani e il 19 dicembre prossimo (ore 21.05), con una nuova avventura televisiva. Dentro un’aula universitaria intitolata a Totò, costruita negli studi Rai di Napoli, “Guarda… stupisci” celebrerà il repertorio umoristico partenopeo per farlo conoscere alle nuove generazioni, rappresentate da una platea di studenti che, coordinati dalla Delogu, faranno domande ad Arbore e Frassica – nuovamente in veste di professori sui generis – sui brani più rappresentativi di un canzoniere straordinario. Ad accompagnare i due mattatori in questo divertente viaggio in musica anche alcuni ospiti prestigiosi, come ha anticipato l’attore e cabarettista messinese Frassica, uno dei volti più amati della tv: «Renzo è un grande appassionato di questo repertorio canoro e ha pensato di raccontarlo con la stessa formula utilizzata lo scorso anno per celebrare il trentennale di “Indietro tutta”. Ci siamo riuniti con gli autori e i ragazzi per capire in che modo farlo rivivere, selezionando i pezzi più rappresentativi. Non a caso il titolo è tratto da “Agata” di Nino Taranto, quintessenza della canzone umoristica». Anche quest’anno quindi tu e Arbore avrete il ruolo di “docenti della comicità”… «Gli studenti vorranno conoscere i meccanismi che scatenato la risata, capire perché si ride dei contenuti di un brano, per cui io e Renzo sveleremo alcuni segreti, e lo faremo in un’aula universitaria intitolata ad Antonio De Curtis. Naturalmente io risponderò a modo mio, perché non faccio il professore; anzi, credo abbiano sbagliato ad assegnarmi questo ruolo, perché faccio sempre una gran confusione. Invece Renzo e Andrea sono perfetti: lui è un vero intenditore, lei ha studiato la materia. A parte questo ci sarà da divertirsi, perché verranno a trovarci ospiti del calibro di Teo Teocoli, che riproporrà il personaggio di Felice Caccamo, oltre a Lello Arena, Enzo Decaro, Enrico Montesano, Lino Banfi e Gigi Proietti. Sarà quindi un gran varietà all’antica, con artisti che conoscono bene questo repertorio». La canzone napoletana è uno dei repertori musicali per eccellenza e anche quello umoristico ne fa parte. Quale la sua specificità? «Per una fortunata coincidenza hanno origine partenopea alcuni grandi autori che hanno dato vita ad una vera e propria scuola, producendo molto più materiale artistico rispetto a quelli di altre regioni. Napoli è una città d’arte con un’importante storia di teatro, e quello umoristico è il più forte. Per celebrare questo straordinario canzoniere avremo quindi ospiti illustri di questa città e della Campania, come Vittorio Marsiglia, Marisa Laurito e Tullio De Piscopo, che eseguirà brani di Carosone». Oggi potrebbero esserci artisti eredi di questa forma di ironia in musica? «In anni più recenti Federico Salvatore ha proposto una serie di canzoni umoristiche, così come Elio e le Storie Tese; ma anch’io col mio gruppo Plaggers uniamo musica e comicità nei nostri concerti. Non dimentichiamoci poi alcuni esperimenti regionali come quelli di Brigantony e Leone Di Lernia, che parodiavano canzoni note in dialetto. A parte loro, in ogni regione ci sono cantastorie che fanno satira e ironia col dialetto; anche a Messina abbiamo Angelo Savasta, Franco Lavigna e i Canterini Peloritani, nel cui repertorio figurano brani nati per far ridere, a volte coi doppi sensi, come “Quantu è laria la me zita”. Anche Franco Franchi e Ciccio Ingrassia si sono cimentati in questo tipo di repertorio. Oggi in artisti come Francesco Gabbani c’è una voglia di ironia, ma lì entriamo nell’ambito della musica pop».