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Teatro Vittorio Emanuele di Messina, Scoglio: "Situazione grave ma la stagione si farà regolarmente"

Da un paio di giorni Gianfranco Scoglio, il nuovo sovrintendente del Teatro, quando si alza, la mattina, invece di andare al suo studio legale cambia strada ed entra al Vittorio Emanuele. Ha un compito non facile dopo la “desertificazione amministrativa” degli ultimi mesi, con la mancanza di governance.

- Che situazione ha trovato?

«La situazione gestionale è grave, perché ovviamente il taglio delle risorse se non ci fosse stato l’intervento dell’assessore Pappalardo avrebbe impedito la programmazione della prossima stagione. E poi sotto il profilo organizzativo, anche per i rapporti con il personale che è demotivato, perché mancano la pianta organica, il regolamento dell’organizzazione del personale, il regolamento di contabilità, la parificazione delle categorie che si trovano all’interno. E poi sotto il profilo strutturale le condizioni del teatro sono tali da richiedere interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria».

- Un esempio?

«Per esempio il palco. Noi abbiamo una delle strutture più tecnologiche d’Italia con due livelli, ma un livello non funziona».

- E quindi cosa intende fare nelle prossime settimane?

«Ci vuole innanzitutto una governance, perché mancano il presidente del Cda e lo stesso consiglio, e poi bisogna assolutamente programmare un piano triennale sia delle manifestazioni sia degli interventi strutturali, e non vorrei che si dimenticasse che tra il personale manca qualsiasi figura dirigenziale».

- Sulle nomine di presidente e Cda che tempi prevede?

«Guardi, devono mettersi d’accorso il sindaco De Luca e l’assessore Pappalardo»

- Beh, allora campa cavallo...

«No no, io spero di no, nell’interesse della città».

- Allora le chiedo, si sente con le mani legate o andrà avanti?

«Andrò sicuramente avanti con i direttori artistici di Prosa e Musica, Simona Celi e Matteo Pappalardo, anzi posso già annunciare che la Traviata si terrà regolarmente a novembre con tre date, la prima sarà il 14, e in quella occasione sarà presentato anche il cartellone della stagione 2018/19 di Prosa e Musica»

- Ma c’è la copertura finanziaria?

«Sì , circa un milione di euro, oltre la Traviata».

- Che situazione ha trovato dal punto di vista dei bilanci?

«Abbiamo trovato un disavanzo di gestione di circa un milione e 200mila euro, addebitabile ai mancati incassi della stagioni 2015-2016-2017, che comunque saranno ammortizzati in un triennio. Su questo punto la cosa da rendere chiara è che la Finanziaria regionale per il 2019 e il 2020 necessiterà di un intervento di assestamento, perché le somme stanziate, per esempio per il 2020, sono insufficienti per il pagamento degli stipendi, che ammontano a circa 3 milioni e 60mila euro l’anno».

- Una cifra oggettivamente spropositata, ma che senso ha avere questo monte stipendi nel 2018?

«I dipendenti, così come tutti gli enti locali, erano a suo tempo rapportati ai trasferimenti pubblici, che oggi sono però diminuiti del 50%. A Teatro ci sono poi delle ottime professionalità, soprattutto tra gli “invisibili”, faccio degli esempi, attrezzisti, manutentori, scenografi, e anche tra il personale amministrativo».

- Il suo obiettivo principale qual è?

«Quello di predisporre un programma triennale da sottoporre al presidente e al Cda che apra al rapporto con il territorio, dove ci sia spazio per una scuola formazione-lavoro, e soprattutto costruire una rete con gli altri teatri siciliani di Catania e Palermo, con TaoArte, per la produzione di opere liriche, teatrali, di danza, perché dobbiamo pensare agli artisti del domani e ad esaltare la sicilianità».

- Si già è visto con il commissario Daniela Lo Cascio?

«Ancora no, si deve occupare di bilancio e contenzioso, la vedrò presto. Domani (oggi per chi legge, n.d.r.) ho appuntamento con il sovrintendente del Teatro Massimo a Palermo e il 29 con il sovrintendente di Catania».

- È scoraggiato?

«No, tutto sommato credo che riusciremo a ripartire e a farcela, certamente è strategica la sinergia con il personale e con la città».

- La campagna abbonamenti quando parte?

«I primi di novembre, con la presentazione del cartellone e della Traviata».

- Mi scusi, lei è pucciniano o verdiano?

«Beh, io sono un misto tra Verdi e Puccini, perché Verdi è il patriottismo e Puccini la passione, quindi ci vogliono tanta passione e patriottismo per portare avanti il Teatro».

- Speriamo non diventi wagneriano...

«Spero di no... ci vuole anche ottimismo nell’affrontare le sfide. Come diceva Einstein “nella crisi si sviluppano le nuove idee”, e come diciamo noi, invece, malidittu u bisognu».

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