Sabato 1 settembre al Castello di Milazzo (Area Palco, ore 17:30) il Dragon Fest, la due giorni promossa dall’associazione Fuochi di Valyria, ospiterà l’attore Mino Caprio, un artista poliedrico, illustre protagonista del doppiaggio italiano. Diverse e note le sue interpretazioni al leggio nel mondo del fantasy. Sua l’inconfondibile voce di Peter de “I Griffin”, Kermit la Rana dei Muppet, lo sboccato orsacchiotto Ted e Boe de “I Simpson” nelle prime sette stagioni del cartone di Matt Groening. Ma Caprio ha anche doppiato attori del calibro di Martin Short (“Il padre della sposa”), William H.Macy (“Fargo”), Gérard Jugnot (“Les choristes”) e Benoit Poelvoorde (“Dio esiste e vive a Bruxelles”).
Nel “Doppio Show” che lo vedrà protagonista, l’artista ripercorrerà la sua carriera, non trascurando di gettare uno sguardo sul doppiaggio a 360 gradi. “Mi soffermerò in particolare sulla valorizzazione dei padri fondatori di questo mestiere – anticipa - citando anche le opere del prof. Gerardo Di Cola, autore del volume “Le voci del tempo perduto”. Senza questa scuola il doppiaggio non sarebbe diventato un’eccellenza artigianale e artistica allo stesso tempo. Credo che Peter Griffin non esisterebbe se non avessi avuto presente Carlo Romano, voce dei caratteristi del cinema americano. Quando doppiò Jerry Lewis mi si aprì un mondo, come avvenne con Oreste Lionello su Woody Allen. Sono le icone di questo mestiere cui dovremmo essere eternamente riconoscenti. Cambiano modi e tempi di lavorazione, ma l’esempio di questi straordinari attori rimane”.
I cultori del fantasy amano in particolar modo il tuo doppiaggio di Arthur Weasley (Mark Williams) nella saga di “Harry Potter”. Che lavoro hai fatto su questo personaggio?
“Non ho avuto grandi difficoltà, perché ho adottato la mia voce al naturale, già utilizzata per il maggiordomo Niles de “La Tata” (Daniel Davis), ma resa in chiave più seriosa. Non ha quindi richiesto particolari caratterizzazioni, come nel caso di C-3PO di “Guerre Stellari” o Poelvoorde, attore belga naturalizzato francese, cui ho dato voce in diversi film. E’ un personaggio di una certa importanza, ma non è tra i protagonisti. Credo abbia maggiore spazio nei libri originali della Rowling”.
I tuoi personaggi più amati rimangono Kermit la Rana dei Muppet e Peter de “I Griffin”, doppiato in originale da Seth MacFarlane, creatore della serie. Come sono nate queste caratterizzazioni?
“Doppiai Kermit per la prima volta nel film “Festa in Casa Muppet”, tratto dal “Canto di Natale” di Dickens. Dopo la scomparsa di Willy Moser, che lo rendeva benissimo, arrivò un diktat da parte degli americani: le voci dei Muppet avrebbero dovuto essere simili all’originale nei paesi in cui il film sarebbe stato doppiato. Kermit avrebbe quindi dovuto avere la stessa voce di gola che gli dava Jim Henson, cui mi sono rifatto al provino, conservandone la performance. Per “I Griffin” la Royfilm affidò la direzione a Loris Scaccianoce (direttrice del doppiaggio palermitana, ndr). Si credeva che la serie fosse destinata a esaurirsi nei primi otto episodi; invece in America ha superato gli stessi “Simpson” per il taglio geniale dei testi di Seth MacFarlane. Lui ha una voce più profonda della mia, anche se molti dicono che la mia vocalità corrisponde di più all’iconografia del personaggio. Loris mi diede alcune indicazioni, lasciandomi libero di interpretarlo come meglio credevo. Mi fece notare che era un omino dal fisico imponente, con un mento simile a due gonadi. Vedendo il disegno ho cercato così di rendere libere le mandibole e fare questa caratterizzazione. Oltre a tanti riconoscimenti, Peter Griffin mi ha dato anche la possibilità di cantare, perché nel cartone tutti i personaggi si esibiscono in numeri musicali”.
Nel futuro di Mino Caprio nuovamente Peter Griffin, Kermit in “Muppet Babies” e la direzione della serie d’animazione “Lo straordinario mondo di Gumball”.