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Sabir Fest, il mar Mediterraneo e la (vera) cultura dell’accoglienza

Sabir Fest, il mar Mediterraneo e la (vera) cultura dell’accoglienza

Quattro giorni di eventi, spettacoli, confronti, riflessioni. Un programma ricchissimo, distribuito in diciassette diverse location tra Messina, Catania e Reggio Calabria. Con il Mediterraneo al centro di tutto e la sua cultura, la sua storia e le sue mille sfaccettature messe insieme in una immaginaria vetrina che coinvolge tre città ma ne abbraccia in modo simbolico molte di più.

Sabirfest è più di una semplice rassegna. C’è spazio per il teatro, ma anche per la letteratura. Ci sono momenti dedicati all’arte e altri al dibattito, con l’opportunità di discutere e confrontarsi con autori, giornalisti, studiosi, in uno scambio di idee che dà un senso al nome della rassegna. Sabir era la lingua franca che si parlava nei porti e sulle imbarcazioni che navigavano nel Mediterraneo.

E proprio su una nave, la Telepass della Caronte & Tourist, ci sarà spazio per uno degli eventi innovativi di questa edizione che prenderà il via ufficialmente domani per concludersi domenica. Sabato 7 ottobre, con partenza da piazza Antonello, alle 15.30, uno speciale viaggio per il Mediterraneo con “Storie di passaggio. Un Mediterraneo da attraversare”, in collaborazione oltre che con la compagnia di traghettamento con Rete Latitudini e Teatro Clan Off.

«Un primo, simbolico passo per creare tra una sponda e l’altra un continuo flusso di ragionamenti e crescita individuale e sociale, che valorizzi finalmente l’area dello Stretto ponendola al centro di valori da riscoprire come l’ospitalità, la conoscenza, il rispetto per la diversità e per l’ambiente in cui viviamo» spiegano i rappresentanti del Comitato Promotore di SabirFest.

Il mare è al centro della rassegna, in fondo. E sul mare ci si confronterà, tenendo fede al tema guida della rassegna, “(S)cortesie per gli ospiti”, un invito a riflettere sul senso, il valore e la pratica di quell’ospitalità che accompagna la storia delle genti del Mediterraneo, sempre più compromessa dalle politiche neocoloniali, dal razzismo e dall’intolleranza. Per affrontarlo, si punterà sugli incontri letterari, ma anche su quelli inseriti nella parte teatrale della rassegna, “(S)cortesie plateali”, promosso insieme alla Rete Latitudini, presieduta da Gigi Spedale a al Clan Off Teatro di Messina.

Impossibile sintetizzare tutto il programma, che si aprirà ufficialmente domani con l’atteso incontro con lo scrittore siriano Khaled Khalifa che dialogherà con Lorenzo Casini, ricercatore di lingua e letteratura araba. Khalifa presenterà in anteprima il nuovo libro, “Non ci sono coltelli nelle cucine di questa città”, in uscita per Bompiani che ne ha concesso un estratto.

Palazzo Mariani ospiterà la rassegna editoriale Sabirlibri, ma gli incontri con gli autori saranno tantissimi, nelle varie location scelte per ospitare la rassegna: dal Monte di Pietà all’Università, passando per la chiesa di San Tommaso il Vecchio e il Circolo Thomas Sankara.

E poi ci sarà la sezione SabirMaydan, la “piazza” in cui dialogare sul concetto di cittadinanza transnazionale nel Mediterraneo, che quest’anno renderà pubblica una dichiarazione per enunciare i principii fondamentali del manifesto per la cittadinanza mediterranea in un documento politico su cui sarà avviata una consultazione pubblica.

Attorno a tutto questo, le sottosezioni, come SabirComics, rilanciate anche per questa edizione, e le dediche speciali, che quest’anno sono idealmente tre, ma che in verità sono molte di più. SabirFest è dedicata a Özlem Dalkiran, impegnata da anni per la difesa dei diritti umani in numerose organizzazioni internazionali, arrestata a luglio a Istanbul, a Padre Paolo Dall’Oglio, gesuita, fondatore in Siria della comunità religiosa al-Khalil e riconosciuto artefice del dialogo tra cristianesimo e islam ma anche a tutte le donne, gli uomini e i bambini che hanno perso la vita cercando di raggiungere l’Europa. E poi a Giulio Regeni, per il quale SabirFest chiede “verità”.

L’apertura ufficiale della quarta edizione di Sabirfest è prevista per domani, ma già da lunedì scorso è iniziata una sorta di anteprima con un progetto che ha coinvolto Diala Brisly, artista siriana divenuta famosa per il suo impegno nei campi dei rifugiati del suo paese, ma anche del Libano.

La Brisly si è messa all’opera assieme agli studenti del liceo artistico Ernesto Basile per la creazione di un murales in via 24 maggio. Conoscenza, libertà, solidarietà e diritte le parole chiave del progetto che aveva come obiettivo quello di “coprire” un muro ma che ha rappresentato, simbolicamente, l’idea di abbatterne altri. Il murales è stato completato a tempo di record e sarà inaugurato oggi pomeriggio alle 18 insieme al sindaco Renato Accorinti e all’assessore alla cultura Federico Alagna.

L’iniziativa verrà replicata anche a Catania. Da domani, l’artista si metterà all’opera assieme agli studenti delle scuole coinvolte nel progetto.

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