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Tornano le Giornate di Primavera del Fai

Patto per la falce, domani incontro a Palermo

“Sarà una grande festa di primavera e bellezza, resa possibile grazie alla preziosa disponibilità della marina militare, che anche quest’anno permetterà ai cittadini messinesi e non solo, di poter usufruire di luoghi meravigliosi e solitamente inaccessibili”, queste le parole di apertura della dottoressa Giulia Miloro, capo Delegazione FAI di Messina e provincia, durante la conferenza stampa di presentazione della 25 esima edizione delle Giornate FAI di Primavera, che si è tenuta questa mattina al Forte san salvatore.
Anche quest’anno, infatti, il Fondo Ambiente Italiano, apre le porte, in tutto il territorio nazionale, di luoghi inaccessibili e spesso sconosciuti che saranno eccezionalmente visitabili in questo weekend con un contributo libero. In Sicilia saranno aperti oltre 115 siti tra chiese, ville, giardini e musei, un importante momento di conoscenza e sensibilizzazione alla bellezza.
Sabato prossimo (dalle 9.30 alle 17) e domenica (dalle 9.30 alle 17.30) a Messina sarà possibile visitare la celebre lanterna del Montorsoli e i suoi Bastioni e il Bacino di Carenaggio, l’ampia struttura che occupa gran parte dell’area della falce portuale, risalente al periodo della dominazione musulmana. La struttura, che dopo il terremoto fu messa fuori servizio, sarà aperta al pubblico, grazie alla preziosa collaborazione della marina militare, e del comandate Santi Le Grottaglie.

Fondamentale, come ogni anno, la presenza delle giovani generazioni: gli studenti di tutte le scuole cittadine, infatti, avranno accesso ai siti già venerdì , dalle 8.30 alle 13. Tra le iniziative speciali, si segnalano dei concerti dai Bastioni della Lanterna che da venerdì mattina a domenica pomeriggio vedranno protagonisti gli studenti degli istituti “Villa Lina – ritiro”, “Enzo Drago” e il quartetto di flauti “Argos Quartet”.
Presente alla conferenza stampa di presentazione anche il sovrintendente ai Beni Culturali, Orazio Micali, che ricordato l’importanza della scelta di ritornare sui luoghi della zona Falcata, riportando lo sguardo della popolazione su uno dei punti più strategici della storia passata e futura della città dello Stretto.

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