È morto ieri a Messina, dove era nato nel 1919, Natale Ferrara, ufficiale del Regio Esercito, internato militare italiano nei lager nazisti tedeschi e polacchi, famoso per essere uno dei “44 eroi di Unterlüss”.
La storiografia della Resistenza ricorda sempre e solo i partigiani (che sono stati circa 130.000), mentre vengono spesso dimenticati gli internati militari, così come gli italiani che si unirono agli Alleati per la liberazione dai nazifascisti combattendo nel Centro e nel Sud Italia. Gli internati militari italiani sono quei soldati che dopo l'8 settembre 1943, catturati e disarmati dai tedeschi in Italia, nei Balcani e in Francia scelsero volontariamente la “via del lager” e l'internamento piuttosto che la collaborazione con i nazifascisti. Sono stati 650.000. Oltre 50.000 di loro morirono nei lager e presso le fabbriche. La loro è detta anche “l'altra Resistenza”. Dei 650.000 soldati, 28.000 erano ufficiali di carriera e di complemento. Come Natale Ferrara, sottotenente.
Il 17 febbraio 1945 213 ufficiali, tra cui Natale Ferrara, vengono deportati dal lager di Wietzendorf a un campo di aviazione presso Dedelstorf, nella Bassa Sassonia. I nazisti li obbligano al lavoro per ripristinare una pista in disuso. Per cinque giorni si rifiutano di lavorare organizzando uno sciopero e operando un sabotaggio. Il 24 febbraio 1945 interviene la Gestapo per una punizione esemplare.Ne vengono scelti 21 a caso per una decimazione dimostrativa. Ma mentre i 21 vengono condotti verso l'esecuzione, altri 44 ufficiali si offrono volontari per sostituirli. Natale Ferrara è uno di questi. Colpiti dal gesto di eroismo, la Gestapo indugia cinque ore prima di decidere la loro sorte. Per i 44 è infine organizzato, come prigionieri politici, il trasferimento al campo di punizione e di “rieducazione al lavoro” del Ael-Kz Unterlüss, dove sorge una delle più importanti fabbriche di armamenti della Germania nazista. Per sei settimane i 44 ufficiali saranno rinchiusi in un lager disumano. Tre di loro moriranno durante la prigionia, e altri tre negli ospedali subito dopo la Liberazione, avvenuta il 13 aprile. Tra questi Michele Rinaudo, di Trapani. Natale Ferrara sarà ammalato di tifo petecchiale e ricoverato per alcune settimane in ospedale. Nel 1949 Natale Ferrara riceverà un “encomio solenne” dal Ministero della Difesa.
Figlio di un operaio delle ferrovie sullo Stretto e di una casalinga, Natale si diploma nel 1939 all’Istituto Tecnico Industriale di Messina, È un buon atleta, specialista nel lancio del peso. Dislocato in guerra nei Balcani e catturato nei giorni successivi l'8 settembre 1943 in Croazia, nei pressi di Fiume. Sarà internato in vari lager nazisti, infine a Unterlüss. Al rientro a Messina nel 1945 vive un iniziale periodo di forte smarrimento. Grazie alla sua preparazione tecnica vincerà prima il concorso alle Ferrovie come assistente ai lavori e infine al Monopolio di Stato come capotecnico superiore. Andrà in pensione nel 1984. Si sposa nel 1954, ha una figlia e una nipote.
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