Ricky, all’anagrafe Alighiero Riccardo, è un cronista trentacinquenne di Messina che vive in Veneto e che, per un’inchiesta di troppo, perde lavoro e amore. Insomma, la sua vita va a rotoli: è l’inizio di un percorso verso il baratro con finale a sorpresa. “Libero, anzi no, disoccupato”, è il primo romanzo del giornalista messinese Fabio Bonasera, presentato ieri mattina al Palacultura, nell’ambito del “Bookbang –Festival delle espressioni letterarie”. «Da anni provavo a scrivere un libro – afferma Bonasera –ma, ogni volta, quello che producevo non mi piaceva. Mi sembrava troppo retorico. Poi, nel 2008, ho avuto una cocente delusione lavorativa. Ho cambiato città e lavoro. Tutte queste vicende, le difficoltà che si sono presentate sulla mia strada, i bombardamenti ai quali sono stato sottoposto e la mia vita da precario hanno dato vita a questo romanzo». Non un libro autobiografico, come spiega l’autore, ma liberamente ispirato a fatti reali, ambientato tra il Veneto, la provincia di Milano e la città dello Stretto, della quale ripercorre anche la vita amministrativa degli ultimi vent’anni. «È un libro “agrodolce” – precisa Bonasera – dove tutto è raccontato in chiave tragicomica. I personaggi sono tutti molto modesti. E Ricky, il protagonista, è un Fantozzi moderno, un po’ meno goffo e più guascone». Edito da Ferrari Editore, “Libero, anzi no, disoccupato” – nel 2013, finalista della sezione inediti al Premio letterario nazionale “Circe” – parla di precariato, disoccupazione, emigrazione, corruzione e invidia professionale. Ma anche di amicizia. «Questo libro – puntualizza l’autore – è un omaggio all’amicizia». A conversare con Bonasera, è stata Marika Micalizzi. La presentazione, particolare e brillante, è stata accompagnata da un reading a cura di Loredana Bruno. «Grazie al giornalismo –prosegue l’autore –ho trovato la vena letteraria. È proprio lo schema giornalistico quello che utilizzo nel libro».
Caricamento commenti
Commenta la notizia