MESSINA - "Sofia, la Luna e tu" è il nuovo progetto musicale del chitarrista e cantautore messinese Gianluca Rando. Si tratta di un singolo molto intenso (ascoltabile e visionabile su youtube) dove l'artista esprime il meglio di sé: "È un progetto molto significativo per me - spiega Rando - in quanto mi vede autore sia della musica e per la prima volta anche dei testi. Ispirandomi liberamente ad un sound vintage anni Settanta e, consapevole di sforare la durata standard di un brano radiofonico, ho comunque voluto dedicare undici minuti di pura poesia all’ascoltatore, concentrandoli in tre movimenti che pur differenti tra loro sono legati ad un unico tema: l’amore". Lungi dall'essere considerata rock progressivo e non inscrivibile nemmeno per un attimo nel panorama alternativo dell'epoca settantesca, la canzone firmata da Rando è una composizione talmente articolata che ha incuriosito anche molti fan del Prog. Il piano introduce una atmosfera aulica nella quale Giovanni Girone, amico e vocalist d’eccezione, con il quale il chitarrista ha condiviso migliaia di concerti rock, racconta di Sofia, nata dalla relazione innocente di due teneri, e forse anche un po’ incoscienti amanti e la sua crescita fino al suo primo innamoramento: “...diventerai bellissima, ti innamorerai, truccherai il tuo viso nel pensare a lui, ma non cambiare mai..” è la strofa che chiude la prima parte cantata. La luna è il secondo tema. "Quante volte - sottolinea Rando - abbiamo chiesto a chi non abbiamo vicino in un preciso istante di guardare la luna per sentirsi accanto a noi. Io più di una volta. Molte parti, come l'adagio centrale, sono nate durante il mio scorso tour estivo alle isole Eolie. Una sorta di inno in minore in vero stile classico l'orchestra ed il piano ne fanno da padroni". La suite conclude con "e Tu" riferita alla fine di una importante storia d’amore che come tale lascia dentro non solo l’amaro ma anche tanti ricordi indelebili. Le ultime parole del testo sono profetiche per l’evoluzione musicale della suite: “Pensando ricorderai, le risate tra noi, le carezze che poi non bastavano mai. E anche se fosse solo un sogno, dolcemente ti risveglierai". Finale in gloria, con un crescendo di archi amalgamato al secondo dei due solo di chitarra, quello sicuramente più ispirato.
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