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Uno dei figli migliori
che la città ha dimenticato

massimo mollica

Il figlio migliore macchiato dall’indifferenza. Eppure Massimo Mollica è stato grande e raffinato, sapiente istrione sulle tavole del palcoscenico, magistrale primattore e splendido caratterista, grande gigione radiofonico, immenso universo pirandelliano. E per un figlio migliore che se ne va la Messina invidiosa e cieca non c’era ieri al suo funerale a salutarlo come si deve, meritava il gonfalone cittadino che mancava, molti lo avevano troppo frettolosamente dimenticato già da alcuni anni. Il sipario strappato della sua esistenza. Eppure per tutta la vita quelle tavole chiodate e cigolanti sono state la sua casa del recitare, non importa dove, non importa come, ma sempre davanti agli occhi attenti di chi seguiva il suo sguardo, il suo mezzo rauco vociare, i gesti plateali, l’andatura da “gallo isolano”. Il suo pubblico da ammaliare, per coprire e dimenticare la tragedia ridente della vita. Una città che non onora i suoi figli migliori non ha memoria, non ha futuro, costruisce sulle macerie culturali il nulla pieno soltanto di ipotetiche certezze. Proprio in questi giorni in cui Messina perde Massimo Mollica, il teatro Vittorio Emanuele celebra un de profundis clamoroso e inaccettabile, destino non casuale per un luogo rinato dopo anni d’oblìo e adesso di nuovo negletto e senza un euro. Ma chiudendo e mirando il vellutato drappo bordato d’oro e d’argento di questa vita da palcoscenico, Massimo Mollica ora ci sorriderà sereno attore per sempre.

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